Godego, anziano muore nel rogo della sua casa

CASTELLO DI GODEGO. Tragedia ieri sera a Castello di Godego dove a seguito di un incendio è morto Italo Smania, 85 anni. L’uomo stava tentando di spegnere le fiamme sprigionatesi da una termo coperta, quando, probabilmente soffocato dal fumo acre, è caduto nel bagno, senza vita. Ad ucciderlo l’intossicazione oppure la caduta, viste le ecchimosi sul volto: sarà il medico legale ad accertarlo.
Secondo le prime ricostruzioni, erano passate da poco le diciotto quando Italo Smania, che viveva da solo in via Santa Giustina 4 dopo la morte della moglie Maria due anni fa e che non aveva figli, ha notato che la termocoperta sul letto ha cominciato ad incendiarsi.
Pensando di riuscire a spegnerle ha riempito un pentolino d’acqua nel bagno adiacente, ma dopo alcuni tentativi è crollato. Il fuoco si è propagato a velocità incredibile, distruggendo completamente la stanza. Ad accorgersi delle fiamme e del fumo, una vicina che per puro caso era all’esterno della sua abitazione per salutare un’amica.
«Erano circa le diciotto e trenta – spiega Rosi Pelizzer – quando mia nuora vedendo quanto stava accadendo ha chiamato mio marito che ha telefonato ai vigili del fuoco. Nel frattempo si è procurato un estintore ed ha tentato di entrare in casa. La porta era sbarrata dall’interno ed ha dovuto forzarla. Subito si è dovuto ritrarre per il fumo che impediva di andare oltre».
Arrivati sul posto i Vigili del Fuoco non hanno potuto che trovare il corpo senza vita di Italo, mentre le fiamme continuavano la loro opera distruttrice, ed hanno dovuto faticare per mettere in sicurezza l’abitazione fino a tarda notte. Sul posto sono poi giunti anche i carabinieri di Castelfranco guidati dal maresciallo Antonio Currò e poco dopo alcuni nipoti di Italo Smania. «Lo zio andava a letto presto – spiegano – per questo avrà acceso a quell’ora la termocoperta. Purtroppo non è uscito a chiamare aiuto, perché così facendo probabilmente si sarebbe salvato».
La famiglia di Italo Smania – zio, tra gli altri, del sindaco di Castello di Godego Francesco Luison – è stata una famiglia di emigranti: tre dei suoi fratelli sono andati negli Stati Uniti dove sono morti qualche tempo fa, lui stesso in gioventù era andato a lavorare in Belgio come minatore. Poi rientrato si era sposato con Maria e aveva lavorato alla Fervet. Non avevano avuto figli ma, pur vivendo da solo nell’isolata villetta, poteva contare sull’aiuto dei nipoti, anche se non abitano nelle vicinanze. Proprio ieri mattina sia il nipote Francesco che altri si erano recati a trovarlo. «Lo abbiamo trovato meglio del solito – raccontano – ultimamente si lamentava per gli acciacchi del freddo, tanto che erano due domeniche che non se la sentiva di andare a messa, com’era abituato a fare. Ci aveva dato le chiavi di casa, visto che si chiudeva sempre all’interno, nel caso si fosse sentito male».
Anche i vicini, ogni volta che passavano all’abitazione, con l’occasione di salutarlo, si sinceravano che stesse bene. E tutti confermano l’abitudine di chiudersi all’interno della casa non solo con le chiavi ma anche con un catenaccio. I nipoti sono riusciti solo a tarda sera ad entrare nella casa: «la camera è completamente distrutta, non è rimasto intatto nulla: anche le foto e i documenti sono stati bruciati, persino il pavimento in legno è andato in fiamme».
Al momento non è stata ancora fissata la data dei funerali. Per farlo occorrerà attendere il via libera da parte dell’autorità giudiziaria che, con tutta probabilità, arriverà lunedì. Visti come si sono svolti i fatti, non si procederà all’autopsia, essendo chiari i motivi del decesso.
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