Gli architetti: «Il caso Bertorelli è molto grave»

Il caso Bertorelli esplode a Ca’ Sugana e ai Trecento. La nomina del paesaggista senza titoli (non è laureato, ha sostenuto i 34 esami di Ingegneria a Trieste)) alla presidenza della Fondazione Mazzotti – che il sindaco Conte vuole trasformare nella corazzata della promozione culturale e turistica del capoluogo, non in linea con Ogd, Camera di Commercio e Regione stessa – ha innescato reazioni a tutti i livelli.
Pd e lista Manildo vogliono vederci chiaro. E nella stessa Lega il clima è teso: «Ma perché ci facciamo del male così?», sbotta un big. In maggioranza si vuol capire se nella scelta di Claudio Bertorelli, specialista di rigenerazione urbana e firmatario in pool di maxiprogetti, ci sia la mano dell’assessore Colonna Preti e o del sindaco .
ARCHITETTI IRRITATI
Ma è dall’Ordine degli architetti che arriva un primo messaggio di irritazione. La federazione regionale e l’ordine di Treviso degli architetti e paesaggisti esprimono «preoccupazione per le recenti dichiarazioni in merito alla qualifica professionale di “paesaggista senza titoli” del neo direttore della fondazione Mazzotti». Il presidente dell’Ordine trevigiano, Mario Pagani, parla di «vicenda davvero spiacevole su cui sono certo che il sindaco Conte, con cui abbiamo sempre collaborato, vorrà certamente fare luce quanto prima». E Anna Buzzacchi, presidente del Foav, la federazione degli ordini veneti, sottolinea come «l’uso improprio della qualifica professionale rappresenta una grave violazione e un esercizio abusivo della professione, oltre che un grave danno per tutti i professionisti iscritti all’Ordine professionale». Sul punto, Bertorelli ribadisce di non aver mai esercitato abusivamente la professione, chiarendo sin dal curriculum la sua formazione. E va detto che nel bando non c’era il requisito vincolante della laurea. Buzzacchi aggiunge: «È vero, ci sono grandi architetti del ‘900 e del passato che non avevano laurea, ma ci sono oggi molte, troppe figure che operano nell’edilizia, sia tecniche che commerciali, il cui reale contributo va considerato nell’ interesse comune. È necessario un controllo dell’esercizio della professione e dell’uso dei titoli che ne danno accesso. Entra prepotentemente in gioco anche l’assunzione di responsabilità, da cui non si può prescindere».
IL PIANO POLITICO
«Sulla questione Bertorelli Mazzotti faremo accesso agli atti per capire i criteri di scelti e le figure scartate», dice il segretario del Pd cittadino, Giovanni Tonella. «Quanto alla Fondazione bene salvarne il patrimonio, male cercare di ricollocarla in ambito di promozione turistica favorendo il frazionamento e il conflitto degli attori: per il marketing turistico serve una scala adeguata», E i Dem denunciano « mancanza di visione e di progettualità, a Treviso serve un tavolo della cultura e una svolta nella tutela del paesaggio e della qualità dell’arredo urbano». Fabio Pezzato (lista Manildo), chiede a Conte di spiegare «l’esclusione di altri curricula», e rileva «idee diverse nella non granitica Lega, specie sula cultura, vedi Goldin. L’assessoree Colonna Preti, dopo i successi internazionali di Natura in Posa, Leonardo 3D, la Nba, ina nella un altro “successo” della sua gestione». In controtendenza assoluta Gigi Calesso, di Coalizione Civica: « Tifo Bertorelli, il curricullum è chiaro, o criticare Zaia è un reato di lesa maestà?, dice, «Ben più grave che il consiglio comunale non possa intervenire, e Conte fa tutto da solo». —
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