Gli angeli bikers amici dei bimbi abusati

Un gruppo di motociclisti si dedica al volontariato per regalare un sorriso a chi ha sofferto
Di Alessandra Vendrame ; Di Alessandra Vendrame

In sella alle loro magnifiche moto ce la mettono tutta per cacciare fino all’ultimo degli orchi che, ai bambini, hanno ingoiato l’infanzia.

Sono gli angeli volontari dell’associazione B.a.c.a (Bikers against child abuse), i motociclisti contro l’abuso sui bambini.

A Treviso hanno ingranato la marcia un anno e mezzo fa, con una missione speciale: dar battaglia alle violenze sui minori. Dalla loro hanno motori almeno 250 di cilindrata, gilet ricolmi di stemmi e nicknames, tanto di soprannomi capaci di far breccia quanto quelli dei supereroi: Peo, Mimmi, Anto, Fedo, Due Teste, Latika, Ginger e Zia Rosy.

Nomi d’arte certo d’obbligo per chi sale in groppa alla moto ma capaci stavolta di far ritrovare ai bambini pure il sorriso. La buona volontà non è poi lasciata al caso.

Obbligatorio per salire in sella e tendere la mano ai ragazzi feriti pure un corso di psicologia della durata di un anno. L’associazione nasce negli Stati Uniti nel 1995 nello Utah dall’esperienza di un biker psicologo, Chief. Il primo gigante dal cuore d’oro a convincersi di quanto la figura di un cavaliere motociclista potesse aiutare i ragazzi vittime di violenza a cacciare la paura e recuperare la fiducia nei grandi.

In Italia i primi bikers arrivano nel 2010 a Mantova. Oggi sono di casa ormai in 11 città. A Treviso dal febbraio del 2014 sono in tutto otto i volontari in sella. Prima hanno bussato per chiedere permesso alla squadra mobile di Treviso. Poi si sono messi a disposizione dei servizi sociali del Comune di Treviso, degli operatori di strada, del servizio di prevenzione alle dipendenze dell’Usl 9 per prendersi cura di ragazzi vittime di maltrattamenti e abusi: «Il nostro impegno è di aiutarli a ritrovare la fiducia negli adulti che per loro purtroppo sono stati non figure di riferimento ma abusatori», spiegano gli otto bikers trevigiani.

Da qualche mese sono scesi in campo a fianco degli educatori in una casa famiglia che si occupa dell’accoglienza di minori abusati. Con i bambini qui accolti trascorrono intere giornate: «Stiamo insieme, giochiamo insieme a loro e la sera li aiutiamo ad addormentarsi», racconta la squadra degli angeli in moto, «Non siamo certo dei giustizieri del male. Aiutiamo soltanto i bambini a ritrovare la forza dentro di loro. Una persona adulta di riferimento, accogliente e forte può aiutarli a ritrovare la fiducia e la sicurezza perdute. Fino a quando i bambini avranno bisogno noi ci saremo».

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