Gli amici di Elias: «Ora la verità»
I compagni del 21enne morto nell’incidente di Zero Branco chiedono gli esiti dei test sulla conducente

ZERO BRANCO. Sul luogo dell'incidente tra la Noalese e via Mattei, a Zero Branco, in queste settimane è spuntato un mazzo di fiori. Un naturale e simbolico gesto di solidarietà di fronte al dramma. Ma a Zero Branco c'è ancora chi non si capacita della tragedia che è costata la vita al 21enne Elias Karouach, giovane di origine marocchina ma da sempre residente nel trevigiano. Elias è morto sul colpo nella notte tra sabato 25 e domenica 26 novembre scorsi mentre era a bordo della Fiat Panda guidata da Sara Sorgato, assieme agli amici Sara Mannoni - seduta con lui nei sedili posteriori - e Marco Tuccillo, seduto invece anteriormente. L'ennesima vita spezzata sulla strada dopo un sabato sera. Oggi, a poco più di due settimane dal sinistro, mentre la Procura di Treviso ha inserito nel registro delle notizie di reato, per omicidio stradale, la 34enne Sorgato, c'è chi chiede alle autorità di far luce su quella serata, in un appello univoco pronunciato dagli amici del giovane Elias.
E la voce, anche se la voglia di parlare resta poca, esce dal bar-sala slot Sky, lo stesso che erano abituati a frequentare assieme a Elias e in cui i giovani a bordo della Panda si erano fermati anche quella notte. Il tutto, quasi in una drammatica coincidenza, a poche centinaia di metri dal luogo dell'incidente. «Elias non si meritava una fine del genere, è giusto venga fuori la verità e sia fatta giustizia in breve tempo» spiegano gli amici di Elias, «dopo più di due settimane non si sa ancora nulla, di fronte a una famiglia rimasta senza un figlio». Due lunghissime settimane, certo, che però trovano giustificazione nelle procedure previste in questi casi. Dopo i rilievi della Polstrada, che quella notte ha effettuato le prime indagini sul luogo in cui l'auto è uscita dalla carreggiata, gli esami alcolemici e tossicologici già effettuati sul sangue di Sara Sorgato sono stati inviati al laboratorio forense di Venezia, dal quale si attende ancora l'esito: ci vorrà ancora qualche giorno. Il tutto mentre la 20enne Sara Mannoni, l'unica ancora ricoverata al Ca’ Foncello e le cui condizioni erano da subito risultate molto gravi, si sta riprendendo e non è più in pericolo di vita.
Alessandro Bozzi Valenti
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