Gita-odissea: trovate dopo 16 ore

Due amiche si perdono sui colli tra i filari del prosecco, sono state rintracciate grazie al 112 europeo
Di Andrea De Polo

PIEVE DI SOLIGO. Doveva essere una gita dai parenti, è diventata un’odissea lunga 16 ore. Due trevigiane, partite giovedì mattina dal capoluogo per incontrare una loro conoscente a San Vendemiano, si sono perse tra i filari di Prosecco a Solighetto. Con l’auto impantanata, impossibile ripartire. Hanno chiamato i carabinieri di Montebelluna alle 16 di giovedì, dopo aver completamente perso l’orientamento. Credevano di essere sul Montello. Le hanno ritrovate tra Pieve e Follina ieri mattina. Sono serviti un pomeriggio e una notte di ricerche di carabinieri, protezione civile, soccorso alpino. Le ha salvate il servizio 112 europeo, che localizza a quale cella si agganciano i telefoni cellulari durante le chiamate. Protagoniste della disavventura due amiche di Treviso. Donatella Martini, 63 anni, infermiera in pensione, è alla guida della Fiat Panda con cui accompagna l’amica Margherita Lucchese, 89 anni, a San Vendemiano, a incontrare una conoscente. I guai iniziano verso l’una del pomeriggio del giorno dei Santi, quando Donatella, originaria di Bigolino, decide di fare una visita al cimitero del suo paese natio per rendere omaggio ai cari estinti. Da San Vendemiano sono più di trenta chilometri: durante il tragitto, le due amiche perdono l’orientamento. Iniziano a imboccare strane scorciatoie. A un certo punto scelgono di percorrere una strada sterrata. E qui la loro Panda s’impantana in mezzo ai vigneti, sul terreno fradicio per le piogge dei giorni precedenti. Non riuscendo a ripartire, alle 16 chiamano il 112: comunicano di essere sulla Presa V del Montello. Non sanno di essere in località Peron, tra Solighetto e Pedeguarda, 26 chilometri più a nord di dove credono. Intanto i carabinieri iniziano a perlustrare il Montello, e quando scende l’oscurità diventa tutto più complicato. L’anziana Margherita, claudicante, resta in auto, a proteggersi dal freddo e dall’umidità. Donatella tiene i contatti con i soccorritori. Gli uomini dell’Arma, grazie al 112 europeo, scoprono che il cellulare di Donatella si aggancia a una cella di San Pietro di Feletto, e capiscono che l’ex infermiera sta dando indicazioni sbagliate. Scatta la mobilitazione. Alle 21 vengono avvisati i carabinieri di Conegliano, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo. Si attivano protezione civile e soccorso alpino. Alle 22, dopo l’ultima indicazione sbagliata di Donatella («Forse siamo nella zona del Cartizze a Valdobbiadene») si spengono i cellulari: la batteria è scarica. Per tutta la notte la Vallata è battuta palmo a palmo. Alle sei del mattino, una pattuglia del nucleo operativo radiomobile si imbatte in Donatella vicino all’osteria Al Castelletto di Pedeguarda. Poco distante, c’è l’auto con Margherita, bloccata dal fango vicino a un burrone. Le due signore vengono messe in salvo e portate nella caserma di Pieve di Soligo, dove sono raggiunte dai familiari. Nonostante lo spavento, Donatella non ha perso l’ottimismo: «È stato un Halloween particolare. Non ho paura, tra poco ripartirò per il Kenya con Medici senza Frontiere».

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