Giardiniere muore dopo la caduta

Adriano Da Re, 50 anni, è spirato dopo dieci giorni di coma. Era precipitato da 3 metri mentre potava un vigneto
Di Andrea De Polo

VIDOR. Dieci giorni di coma, di lotta tra la vita e la morte, di speranze e preghiere, spazzati via dall’annuncio dei medici, nella giornata di mercoledì: Adriano Da Re, 50 anni, non ce l’ha fatta. È stato ucciso da una caduta da circa tre metri di altezza, mentre potava una siepe della cantina per la quale lavorava, a Vidor. Una caduta che nelle ore immediatamente successive all’incidente non sembrava potesse avere conseguenze così drammatiche. L’uomo, ricoverato al Ca’ Foncello di Treviso, non era però mai uscito dal coma. Da Re, molto conosciuto a Vidor e a Farra di Soligo, lascia la moglie Gianna Pavan, la figlia Elena, ventenne, e un figlio di 14 anni. A Farra, il suo paese di origine, lo piangono anche i genitori, Zaccaria e Rosetta. La famiglia, sconvolta, si è chiusa nel massimo riserbo. Ha chiesto che sulle epigrafi l’annuncio della tragedia sia il più asciutto possibile, senza la foto del loro caro. Forse oggi sarà fissata la data dei funerali: si attende l’esito dell’autopsia con il nulla osta della magistratura.

Sono tantissimi i dubbi che restano da chiarire sulla morte di Adriano Da Re. Un’altra “croce bianca”, un altro morto sul lavoro, un papà che da un giorno all’altro lascia orfani due figli senza che a oggi ci sia una spiegazione chiara di cosa sia accaduto. È il pomeriggio del 23 giugno quando Da Re sta potando una siepe dell’azienda agricola Cevis, in via Rive a Vidor. A un certo punto, perde l’equilibrio e cade a terra, sbattendo violentemente il capo. Forse è vittima di un malore, forse perde l’equilibrio. L’elisoccorso del Suem lo trasporta a Treviso con un codice 3, ma quasi nessuno pensa che sia in pericolo di vita. Oggi, a tragedia avvenuta e secondo le primissime ricostruzioni che dovranno essere confermate dallo Spisal e dai carabinieri intervenuti, pare che Da Re si fosse avvalso dell’aiuto di un muletto, per raggiungere i tre metri di altezza da quali è poi caduto.

Originario di Farra di Soligo, Da Re si era trasferito in centro a Colbertaldo di Vidor per amore, nella casa della moglie Gianna. A lungo tempo aveva lavorato a Farra, nel mobilificio De Rosso. La scorsa estate, quando a causa della crisi aveva dovuto cambiare lavoro, era tra i dipendenti dell’azienda con più anzianità. Da Re era riuscito a rimettersi in gioco a 50 anni, trovando lavoro vicino a casa, in un settore, quello vitivinicolo, che conosceva bene. Ieri, la cantina Cevis ha continuato a lavorare, ma come tutti gli abitanti di Vidor gli tributerà il giusto omaggio il giorno dei funerali.

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