Gianni e Maurizio hanno detto sì: "Un'attesa lunga 25 anni"

Occhi lucidi al momento di scambiarsi le fedi, poi l'applauso degli amici: "Solo poco tempo fa non pensavamo di poterlo fare in Italia"
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO PRIMO MATRIMONIO GAY A PALAZZO RINALDI
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO PRIMO MATRIMONIO GAY A PALAZZO RINALDI

Nella città in cui un tempo c’era chi inneggiava alla "pulizia etnica" per gli omosessuali, ieri si è celebrato un appuntamento con la storia. Nella sala affreschi di Palazzo Rinaldi Maurizio Impollonia e Gianni Berti a mezzogiorno hanno pronunciato il fatidico "sì". Il loro è il primo matrimonio gay celebrato a Treviso. Per la verità il "disciplinare" della cerimonia non prevede alcun "sì", ma semplicemente l'accettazione dell'istituzione dell'unione civile tra i due. Poco cambia.

«Solo poco tempo fa non avremmo mai pensato di poterci sposare in Italia», spiega Gianni Berti pochi minuti prima della cerimonia, «è un grande traguardo per i diritti civili. Abbiamo fatto tutto molto velocemente, perché appena è stato approvato il regolamento abbiamo avanzato la richiesta». A celebrare è stato l'assessore Anna Caterina Cabino, che fin dal primo giorno in giunta, ha messo al vertice dell'agenda il riconoscimento di maggiori diritti per le coppie gay.

Una cerimonia semplice, con una ventina di invitati, e all'insegna della sobrietà. Non per questo è mancata l'emozione, gli occhi lucidi dei due al momento dello scambio delle fedi testimoniano l'importanza di un momento che pensavano di poter mai vivere.

Maurizio e Gianni convivono ormai da 25 anni, ma hanno attraversato periodi di decisamente lunghi e difficili, prima di poter sperare di diventare una coppia anche per la legge. «Per noi è stato naturale sposarci, ma siamo ancora più contenti di averlo fatto nella nostra città, senza la necessità di scappare o di nasconderci», continua Gianni Berti, «ora spero che molti altri escano allo scoperto. È importante per avere i diritti che ora ci vengono riconosciuti, in ospedale fino a ieri io valevo meno di un qualunque parente per Maurizio». Al termine della breve cerimonia, dopo lo scambio delle fedi, c'è stato il tempo per una dedica speciale da parte dell'assessore Cabino, che ha letto un sonetto di Shakespeare, e poi gli invitati con gli sposi sono andati a festeggiare con un pranzo all'Antica Torre.

«Il viaggio di nozze? Non abbiamo ancora deciso perché abbiamo fatto tutto molto velocemente. Ma lo faremo più avanti, forse ai Caraibi o alle Seychelles», assicura Gianni.

Se Treviso ne ha fatto una questione prioritaria, le unioni civili continuano a spaccare la provincia. Molti i Comuni, come Villorba, in cui i sindaci si rifiutano di celebrarle, lasciando il compito ai funzionari, o addirittura vietando l'uso della sala per i matrimoni tradizionali. «Bisogna opporsi: se fosse capitato a me avrei protestato sonoramente», ha detto senza mezzi termini Maurizio Impollonia. «Bisogna lottare per questo, a costo di mettersi fuori dal Comune con la tenda per ottenere ciò che ora è un nostro diritto».

Anche per gli amici il matrimonio di Berti e Impollonia è quanto di più naturale possibile, quasi scontato vista la lunga convivenza. «Non avevamo dubbi che appena avrebbero avuto la possibilità si sarebbero sposati», spiega la testimone di Impollonia Luana Zanaga, «per noi non è stata una sorpresa. Volevano essere tra i primi a farlo nella loro città. Non voglio però dimenticare l'importanza della sentenza Oliari, frutto di una battaglia che ha portato l'Italia a trovarsi con l'obbligo di fare una normativa per le unioni civili entro la fine del 2016. E' grazie ad essa se Maurizio e Gianni hanno potuto sposarsi. Noi vorremmo che fossero possibili dei matrimoni veri e propri, ma questo intanto è un piccolo passo importante».

Le nozze di Maurizio e Gianni non sono destinate a rimanere isolate. Agli uffici di Palazzo Rinaldi sono arrivate altre due richieste, fra cui quella di una coppia di donne.

A guardare indietro, sempre quasi impossibile ciò che è accaduto ieri, Berti e Impollonia sono i primi a dirlo. E guardando avanti, la giornata di ieri ha segnato il momento in cui i matrimoni gay hanno iniziato a diventare la normalità anche nel capoluogo della Marca.

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