Giallo di Cornuda: per Sofiya il rito funebre il 23 marzo

CORNUDA. Troverà pace il 23 marzo la salma di Sofiya Melnyk, la 43enne ucraina il cui corpo senza vita era stato trovato la vigilia di Natale in un dirupo all’altezza del terzo tornante della strada che da Romano d’Ezzelino porta a Cima Grappa. Venerdì 23 marzo alle 11, presso l’obitorio del Ca’ Foncello, ci sarà infatti il rito funebre, secondo l’usanza ortodossa. La madre Valentina Sidash arriverà da Kiev, da Taranto arriverà invece la prossima settimana Antonio Zamattia che le aveva fatto in pratica da padre dopo il matrimonio con Valentina.
Dopo oltre quattro mesi da quando era scomparsa, per Sofiya Melnyk ci sarà il funerale e poi le ceneri saranno probabilmente portate in Ucraina, nella sua patria di origine. Una vicenda quella della bella ucraina, che aveva avuto una prima svolta drammatica quando era stato scoperto il corpo senza vita, impiccato nella propria abitazione di via Jona a Cornuda, di Pascal Albanese, il cinquantenne con cui viveva. Perché prima di quel suicidio c’era stata la denuncia della scomparsa della donna non da parte dell’uomo con cui viveva a Cornuda, ma da parte del geologo romagnolo con cui era solita trascorrere dei week end.
E poi era emersa la novità dell’amico radiologo con cui la 43enne ucraina intendeva andare a vivere. Tutti ingredienti che avevano fatto subito pensare che la scomparsa di Sofiya Melnyk non fosse stata volontaria, ma vittima di un omicidio. Come faceva sospettare anche il ritrovamento della sua macchina a Maser, ai piedi della strada che porta a Forcella Mostaccin.
Cosa che si è rivelata poi vera in tutta la sua atrocità la vigilia di Natale, quando in quel dirupo sul Grappa era stato ritrovato da due cacciatori di Romano d’Ezzelino il corpo, identificato poi con certezza tramite il dna come quello della 43enne ucraina di cui non si sapeva nulla dal 15 novembre, un corpo violato non solo da come si ritiene sia stata uccisa, ma anche dalle ferite inferte dal tempo e dagli animali per il periodo in cui era rimasto abbandonato tra i cespugli e le immondizie.
Subito dopo il ritrovamento il corpo della donna era stato portato all’obitorio del Ca’ Foncello perché c’erano da fare esami approfonditi per capire come era accaduto tutto e lì rimarrà fino a venerdì della prossima settimana, quando dopo oltre quattro mesi sarà possibile celebrare il funerale della donna arrivata dall’Ucraina ancora giovane e morta ammazzata. Da chi? La Procura non ha ancora messo la parola fine all’indagine, probabilmente lo farà a breve, una volta che avrà in mano tutti i tasselli che l’autopsia e i rilievi effettuati dai Ris di Parma nell’appartamento di via Jona a Cornuda e nelle macchine di Sofiya Melnik e di Pascal Albanese forniranno sulle ultime ore di vita della sfortunata 43enne ucraina. Ma intanto è diventato possibile celebrare il rito funebre e il 23 marzo, alle 11, parenti e amici saranno in obitorio a Treviso per dare l’ultimo saluto a Sofiya Melnyk.
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