Fusione Comuni in vallata Da Re e Bof sono pronti

La Cgil auspica un unico ente tra Revine, Tarzo e Vittorio Veneto. Zardet tiepido Bof: «Sarebbe auspicabile». Da Re: «Sono pronto ad accoglierli a braccia aperte»
Di Francesco Dal Mas

VITTORIO VENETO. Un Comune unico fra Tarzo, Revine e Vittorio Veneto? «Sarebbe auspicabile» anticipa Gianangelo Bof, sindaco di Tarzo. «Io sono pronto ad accoglierli a braccia aperte» si fa avanti Gianantonio Da Re, primo cittadino di Vittorio Veneto. Tempo di elezioni, a Revine, ed ecco pertanto il sindaco uscente, Battista Zardet, rispondere in termini molto tiepidi. «Stiamo aggregando i servizi con Cison e Follina, quindi non cerchiamo altre prospettive» puntualizza. L’altra sera un convegno, con larga partecipazione di pubblico, ha lanciato la prospettiva, mai considerata prima, di una fusione con Vittorio Veneto. E’ la Cgil, guarda un po’, a patrocinare questo scenario. «Non è saggio, con i tempi che corrono, limitarsi ai progetti di piccolo respiro, come l’unione dei Comuni – sostiene Loris Dottor, segretario della Camera del lavoro -, dobbiamo necessariamente ragionare in grande». Conegliano ha già aperto una trattativa con alcuni Comuni contermini, a partire da quello di San Vendemiano. «Noi non possiamo restare alla finestra» ammette il sindaco Da Re, considerando che Fregona, Sarmede e Cappella Maggiore hanno unificato i servizi, nel loro ambito, e che in Vallata si sta procedendo con analogo processo. Soltanto Tarzo ha la polizia locale in cogestione con Vittorio Veneto. «E’ineluttabile la fusione – ammette il sindaco di Tarzo -, anche se procederemo per tappe, con l’aggregazione dei servizi. Sta di fatto che Tarzo e Revine hanno molto da condividere con Vittorio Veneto, non col resto della Vallata». Secondo Bof, infatti, Cison, Follina e Miane sono proiettati su Pieve di Soligo. «Nello stemma del Comune di Tarzo ci sono i simboli del vescovado di Ceneda, quindi la storia e, di conseguenza, l’identità culturale sta dalla nostra parte». A Revine gli studenti delle medie vanno a Vittorio Veneto, numerosi anche gli scolari delle Elementari che si proiettano verso la città. Tutti presupposti, secondo Bof, che non dovrebbero creare particolari problemi ai revinesi nel momento di optare per la Vallata o per Vittorio Veneto. Il sindaco Zardet, invece, non è così convinto. Ritiene che se oggi si facesse un referendum sulla fusione con Vittorio Veneto prevarrebbero i no. Ma domani? «Chiedetelo al prossimo sindaco». Da Re sorride sotto i baffi. Il sindaco di Vittorio Veneto sa che la fusione, prima o poi, diventerà un obiettivo sicuramente praticabile, non appena – precisa – si avrà la consapevolezza che finanziariamente non potranno reggersi le piccole identità. «Noi siamo pronti ad accogliere da subito chi ci chiederà ospitalità. E al tempo stesso siamo pronti ad assicurare il massimo rispetto di tutte le possibili prerogative. Vorrà dire che costituiremo un Comune federato». La benedizione dei sindacati c’è. E, d’altra parte, la cooperazione all’interno della Vallata, tra le diverse amministrazioni, va a rilento.

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