Furti e danni all’auto del parroco di Miane «Sono troppo franco»

MIANE. «Una situazione insostenibile? Sarà il vescovo a stabilirlo. Di sicuro non è una situazione piacevole, anche se non demordo e sono pronto a continuare senza astio o rancore. Sono lo stesso parroco di Stevenà e Orsago. Non sono cambiato. Però certe esperienze le sto vivendo solo qui a Miane». All’indomani della lettera aperta del consiglio pastorale che ha denunciato il clima di ostracismo contro il parroco di Campea, Miane e Premaor, caratterizzato pure da atti vandalici, pesanti insinuazioni e offese anonime, don Maurizio Dassiè resta sereno. Anche se proprio ieri mattina ha scoperto il furto di una vanga, di una zappa e di un rastrello dal ricovero attrezzi della canonica. Un episodio che fa il paio con la sparizione di una serie di libri, per un valore di 178 euro, dal banchetto allestito in chiesa domenica scorsa. «Sono questi gli episodi a cui si fa riferimento nella lettera aperta e che mi hanno indotto a pensare alle dimissioni», spiega il sacerdote sessantaduenne, «Una cattiveria mirata, di gente non estranea alla parrocchia. Per questo parlo di mafia, di gesti intimidatori da parte di persone devote, ma vigliacche». È proprio questo, infatti, che non va giù a don Maurizio: nonostante la disponibilità al confronto lanciata sin dal suo arrivo nel 2007 e ribadita anche dal nuovo consiglio pastorale, nessuno si è mai presentato in canonica per dissentire apertamente sulle modalità della guida ecclesiale di Miane. «Forse non piace quello che dico o la mia chiarezza», ipotizza don Maurizio, «forse ho pestato troppi piedi. Non lo so. Sta di fatto che io devo ancora capire perché un giorno mi sono ritrovato con danni all’automobile, parcheggiata in canonica, per oltre 1.600 euro». Le ipotesi sconfinano anche nel giro di vite amministrativo voluto dal nuovo parroco, visto che dal suo arrivo le spese per il personale e per i beni di culto sono diminuite di un buon 80%, con risparmi per oltre 200 mila euro. «Mi hanno accusato persino di aver fatto chiudere la pista da bocce del circolo anziani, decisa invece dal Comune con l’avvio dei lavori di ristrutturazione dell’ex teatro parrocchiale», continua don Maurizio, «Non so chi ho davanti. E purtroppo non so se la comunità è davvero dalla mia parte. Dopo la lettera aperta ho ricevuto solo una ventina di attestati di solidarietà, mentre alle messe del fine settimana non partecipano più di 160 persone, il 5% della comunità. Se il problema sono io, sono pronto a lasciare.
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