Funerali, il vescovo vieta fiori e discorsi d’addio

VITTORIO VENETO. Nuove disposizioni per i funerali nelle parrocchie della forania di Vittorio Veneto. Nessun discorso commemorativo in chiesa, durante le esequie. Le condoglianze permesse solo in cimitero, a conclusione del rito. Quanto a fiori, non saranno ammesse le ghirlande o altre composizioni intorno alla bara, ma solo un cuscino copricassa e una composizione per l’altare. Infine gli orari: nessun funerale, nel pomeriggio, prima delle 14.30 d’inverno e delle 15 d’estate. I parroci danno attuazione, in questo modo, alle indicazioni del vescovo monsignor Corrado Pizziolo, raccolte in un prontuario dell’Ufficio liturgico diocesano, preoccupato di garantire una dimensione spirituale alla celebrazione esequiale, in controtendenza con la spettacolarizzazione di tanti eventi funebri. Nel Vittoriese, pertanto, non saranno autorizzati interventi dei familiari, dei parenti, degli amici o delle stesse autorità dopo la messa, come spesso è avvenuto, soprattutto in presenza dell’addio a giovani vite. Le commemorazioni del defunto sono concesse solo all’inumazione della bara, in cimitero, così come le condoglianze, che fino ad oggi si partecipavano sul sagrato, dopo la liturgia. I ricordi particolari sono autorizzati, ma strettamente nell’ambito delle preghiere dei fedeli, peraltro molto sobrie e brevi. La celebrazione religiosa viene intesa dall’accoglienza della salma, davanti alla chiesa, alla sua sepoltura; è per questo motivo che i parroci non intendono dar spazio ad estranei. Per quanto riguarda i fiori, i giardini non si materializzeranno più ai piedi dell’altare; mazzi, ghirlande e cuscini dovranno restare fuori della chiesa, ad eccezione di una composizione per la cassa e di un’altra per l’altare. Meglio, dunque, trasformare i fiori in opere di bene. Altro delicato problema, quello degli orari. I parroci chiedono al Comune che i funerali non abbiano inizio prima delle 14.30 (o 15 nei mesi estivi) per non recare disagi legati al suono delle campane e ai preparativi, a volte ingombranti. A suo tempo, aveva suscitato dibattito l’esclusione dalle esequie della preghiera dell’alpino e del canto “Signore delle cime” nei riti per le penne nere. È probabile che non mancheranno di far discutere anche queste misure, che hanno l’unico scopo di ridare significato religioso ad un rito ancora molto partecipato.
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