Frezza investe sul lavoro No esuberi, sì formazione

Accordo siglato in Provincia per l’azienda di Vidor, sul piatto un milione di euro Per 18 mesi nessun licenziamento: per il personale corsi di riqualificazione
Di Serena Gasparoni

VIDOR. Frezza non cede il passo alla crisi e punta alle nuove tecnologie e alla formazione per sostenere il suo piano di rilancio dello stabilimento di Vidor. Si tratta di uno dei primi accordi del genere a Treviso, siglato i giorni scorsi nella sede della Provincia. Niente esuberi alla Frezza di Vidor e tanto meno cassa integrazione straordinaria, solitamente prodromo di una fuoriuscita definitiva dall’azienda.

Per il leader nel settore dell’arredamento d’ufficio è stato messo in piedi un piano di rilancio, a fronte di ingenti investimenti da parte della proprietà, che consentono il ricorso per i 120 lavoratori alla cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione. In pratica per i prossimi 18 mesi non vi sarà alcun licenziamento: per il personale verranno allestiti corsi di formazione che ne consentano la riqualificazione. Si tratterà di lezioni pratiche, teoriche e sociali (che andranno ad approfondire tutti i temi connessi alla previdenza). In pratica i lavoratori continueranno a lavorare in azienda, nei momenti “vuoti” ricorreranno alla cassa per riorganizzazione durante la quale frequenteranno questi corsi di formazione che consentiranno loro di migliorare la loro preparazione e riqualificarsi alla luce degli ingenti investimenti che la proprietà (Frezza è un’azienda di punta del gruppo Doimo) metterà in atto e conseguenti aggiornamenti aziendali.

Un piano di investimenti sul personale che trova la sponda del sindacato: «L’azienda vuole rilanciarsi sul mercato: abbiamo trovato quest’intesa di carattere sociale», ha dichiarato Marco Potente, che per Filca Cisl ha seguito la vertenza, «In questo modo abbiamo utilizzato la formazione come strumento per uscire dalla crisi».

L’azienda per poter accedere a questa particolare forma di ammortizzatore sociale ha garantito l’impegno a effettuare investimenti di gran lunga superiori rispetto al biennio precedente: quasi un milione di euro che verranno destinati a nuove tecnologie e studi per la realizzazione di nuovi prodotti, ancora se possibile, qualitativamente superiori.

Con un fatturato dimezzato negli ultimi quattro anni, l’azienda di Vidor, leader mondiale nella produzione di mobili per ufficio, lo scorso giugno si era vista costretta a cessare l’attività produttiva dello stabilimento di Casale. La decisione era stata presa al ministero del Lavoro a Roma, dove si erano incontrate le parti sociali, Rsu e titolari dell’azienda. A Casale erano rimasti a casa in 51, il capannone di via Nuova Trevigiana dismesso. Lo scotto che ha dovuto pagare l’azienda di Casale quindi, forse permetterà alla sede di Vidor di superare la crisi indenne: si tratta di un’azienda fondata nel 1954 come impresa familiare, e divenuta Spa.

Il settore dell’ufficio è tra i più colpiti dalla crisi economica, a causa della concorrenza turca e cinese, e del continuo aumento delle materie prime. Ma tutto il settore del legno arredo è in allarme rosso: mille imprese chiuse dall’inizio della crisi nel 2007, più di tremila posti di lavoro persi. Sono i numeri della crisi nel settore del legno e arredo emersi di recente nel corso dell'incontro unitario Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Sul piatto anche il rinnovo del contratto nazionale.

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