Forza Nuova, inchiesta su 50 firme false

La protesta di alcuni cittadini: «Mai firmato per quel partito». Il sindaco di Silea presenta l’esposto, Visentin smentisce
Di Federico Cipolla
PASSERINI TREVISO POSA DELLA PRIMA PIETRA DEL PROGETTO ''SILEA PARCO'', IN FOTO IL SINDACO DI SILEA SILVANO PIAZZA AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
PASSERINI TREVISO POSA DELLA PRIMA PIETRA DEL PROGETTO ''SILEA PARCO'', IN FOTO IL SINDACO DI SILEA SILVANO PIAZZA AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

SILEA. A far cascare il palco è stato il nome dell’ex assessore di centrosinistra. Ma come? Mette la sua firma per consentire a Forza Nuova di presentarsi alle elezioni europee? Impossibile. Ed infatti proprio da questo nominativo, e alcuni altri, che sono scattate le prime indagini sulle firma raccolte da Forza Nuova a Silea. A quanto si apprende, almeno una cinquantina sarebbero false. Ora il caso è arrivato alla Procura di Treviso, che ha depositato un’ informativa in relazione alla richiesta da parte del partito di estrema destra dei certificati elettorali di cittadini firmatari per il movimento in vista delle Europee. Quando Forza Nuova ha presentato in municipio la richiesta dei certificati, un’ impiegata ha riconosciuto il nome del proprio figlio. È stata una sorpresa, visto che le sue idee politiche non collimerebbero esattamente con quelle di Forza Nuova. È in quel momento che si è instillato il dubbio che qualcosa in quelle firme non tornasse. Ma un ragazzo non sempre mostra in famiglia esattamente quello che pensa. Avrebbe anche potuto essere un abbaglio del genitori. Poche righe sotto, però, c’era il nome che ha confermato i sospetti: Giuliano Zanette. Ex assessore al sociale della giunta Piazza, attuale consigliere di maggioranza, organizzatore della Festa dea Sardea. Un uomo che certo non si può definire di destra. «La gente quando ha saputo che io avrei firmato per Forza Nuova si è messa a ridere», spiega Zanette, «non ha pensato nemmeno per un secondo che potessi aver messo quella firma. Sono cascati male, perché proprio non c’è persona più lontana di me dalle loro idee».

Gli uffici hanno dunque parlato del problema con il sindaco Silvano Piazza. Scorrendo la lista, di nomi sospetti ne sono stati scoperti molti altri. E anche il 18enne figlio dell’impiagata comunale ha confermato di non aver firmato per la lista di Forza Nuova. Il sindaco Piazza quindi ha deciso in primis di bloccare il rilascio dei certificati elettorali, e poi di sottoporre la questione alla prefettura e ai carabinieri. Quest’ultimi per prima cosa si sono presentati nelle abitazioni di chi avrebbe firmato per Forza Nuova, ma che non corrispondeva esattamente al profilo di un elettore di estrema destra. E infatti in molti casi si sono trovati di fronte a persone che hanno sostenuto di non aver mai messo la loro firma a un banchetto del movimento. Qualcuno si è anche scaldato, e ha minacciato di far partire denunce. Ma l’anomalia in questa vicenda è anche un'altra. Il Comune di Silea si è rifiutato di rilasciare i certificati elettorali a Forza Nuova, «in realtà avremmo dovuto consegnarli», ammette Piazza, «e poi segnalare le anomalie ai carabinieri. Non sarebbe spettato a noi occuparcene. Ma abbiamo preferito fare così, perché c’è già stato un Ponzio Pilato, vissuto e morto 2.000 anni fa. Mi chiedo poi se le firme raccolte negli altri Comuni sono tutte regolari. Non è che ci sono centinaia di altri ignari cittadini che compaiono nei moduli delle firme di Forza Nuova?». Gli esponenti trevigiani di Forza Nuova dopo la prima richiesta andata a vuoto non hanno però insistito nel chiedere i certificati elettorali in municipio, anche in ragione del fatto che hanno deciso di non presentarsi alle Europee. Ma smentiscono oggi di avere falsificato le firme. «Se chi ha firmato ora ritratta non so cosa dire», spiega Davide Visentin, coordinatore trevigiano del partito, «non capisco il motivo, forse si vergognano di dire quello che pensano veramente. Comunque io non me ne sono occupato direttamente, quindi ora verificherò quali sono questi nomi che oggi sostengono di non aver mai firmato».

Il caso a Silea sta facendo discutere. «A parte il mio caso, che farà sorridere molti», continua Zanette, «ci sono molti ragazzi finiti in questo elenco. Mi sembra un’operazione di cattivo gusto. Ho parlato con alcuni dei genitori, e sono molto preoccupati. Penso che qualcuno non farà cadere la cosa in questo modo».

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