Foro Boario, dopo mille anni una nuova storia

ODERZO. La storia quasi millenaria del Foro Boario si è spenta appena due settimane fa e già è iniziata la partita sul futuro della vasta area a ridosso della Postumia.
Una partita che la giunta, però, promette di giocare più avanti. La decisione di chiudere il mercato del bestiame presa dal consiglio comunale con il solo voto contrario di Laura Damo (capogruppo delle Civiche: «Siamo molto dispiaciuti: questa agonia è un male per tutto il territorio», ha detto in consiglio comunale).
Buona parte dei gruppi consiliari (ma non quelli di maggioranza) hanno dato il proprio parere sul futuro da destinare all’intera area. È stato il Partito Democratico a proporre di risanare l’area dai liquami che possono essere penetrati nel terreno in questi decenni e destinare tutta la zona al verde: «Si potrebbe pensare a un concorso d’idee sul suo futuro, magari inserendo la possibilità ai progettisti che si mettono all’opera di avere una priorità al momento di realizzare l’intervento che darà un futuro all’area», ha suggerito inoltre Alessandro Battel, capogruppo dem.
Le Civiche guidate da Laura Damo pensano invece a un grande parco pubblico da sostituire al cemento e alle grate di ferro dove venivano sistemati i bovini: «Ma non vengano trascurate altre opzioni, come quella di attrezzare l’area per permettervi la sosta dei camperisti. E poi, perché non continuare a destinare all’agricoltura l’utilizzo della sala contrattazioni?», ha chiesto Damo. Difficile che la sua ultima proposta vada a buon fine.
Quando per l’amministrazione è arrivato il momento di incontrare le parti sociali e le associazioni di categoria per porle davanti all’esigenza per Ca’ Diedo di chiudere il foro boario (un servizio ormai inutilizzato che costava al Comune 30 mila euro annui), anche le categorie avevano ipotizzato di lasciare che gli agricoltori continuassero ad utilizzare la struttura: «Ma è molto difficile riuscire a dare una giusta funzione allo stabile, che rischia di diventare un’isola», ha replicato Alessio Bianco, assessore all’agricoltura: «La Cantina sociale Opitergium ci ha dato il benestare per portare nella Casa del vino il servizio dello “sportello agricoltura”», ha annunciato. È invece Tino Alescio (Forza Oderzo), dopo aver ribadito come intenda mantenere il vasto parcheggio che si trova a ridosso del mercato, a proporre di destinare l’area ai giovani: «Vorremmo metterla a disposizione dei più giovani, in modo che lì possano essere organizzate feste e concerti all’aperto», dichiara.
Ma a stoppare la tempesta di idee è la sindaca Maria Scardellato, che chiede tempo per analizzare quale futuro riservare all’area del foro boario: «Ne discuteremo più avanti: ora è ancora troppo presto», ha detto il primo cittadino.
Il mercato del bestiame, aperto nel 1233, ha cessato di esistere il 31 dicembre scorso.
Ha retto a 786 anni di storia, ma non alla crisi del settore dell’allevamento unita all’avvento delle contrattazioni telematiche. —
Niccolò Budoia
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