Fondata nel 1927, chiusa nel 1996

«Larizza e Marnati» e quel lascito alla parrocchia per «risarcire» il territorio

PAESE. Era il 1927 quando Filippo Larizza e Attilio Marnati, di ritorno da una guerra che aveva imbrattato di sangue terre e coscienze, ebbero l'intuizione di trasformare quel vecchio deposito polveroso piazzato al centro della campagna di Castagnole nella prima e più importante industria di Paese. Marnati e Larizza capirono che alla prima Grande guerra ne sarebbe seguita una seconda e diedero vita a quella fabbrica di ordigni bellici che oggi le cronache conoscono come area Simmel. A cavallo delle due guerre, i pistoni della fabbrica lavoravano a ritmo frenetico. Più di duemila persone trovarono un lavoro stabile alla Marnati & Larizza, dismettendo così aratro e cavalli. Da piccolo deposito, la fabbrica divenne sempre più grande e per convincere i proprietari terrieri a cedere il loro appezzamento di campagna, i due soci promettevano un posto di lavoro fisso. Attiva ventiquattro ore su ventiquattro, la Simmel sfornava centinaia di bombe che ogni giorno venivano spedite, chiuse in pesanti casse di legno, verso destinazioni che le maestranze neppure conoscevano. Straordinariamente, la fabbrica assumeva anche le donne: con l'incalzare incessante del conflitto, infatti, la manodopera maschile non bastava più. Furono necessari non pochi disastri per far comprendere che una simile fabbrica non poteva vivere nel bel mezzo del centro abitato: la lavorazione del tritolo era maldestra e le esplosioni sempre più frequenti. «Due volte, durante il secondo conflitto mondiale, alla casa degli 'Adari volò via il primo piano per lo scoppio della polveriera bombardata dagli alleati», racconta Mariano Berti in «Paese Impresa, Mestieri e aziende di ieri e di oggi». Quando Marnati si ritirò, la fabbrica rimase nelle mani di Larizza che, consapevole di aver lucrato su degli strumenti di morte, lasciò un'importante eredità alla parrocchia di Castagnole. Fu soltanto nel 1996 che ci fu la chiusura ufficiale della fabbrica e che si pensò di recuperare l'intera area. Ma l’idea di trasformare la vecchia fabbrica di bombe e munizioni in una cittadella con case, negozi e alberghi s’infranse contro la crisi del mattone. La cittadella non è mai sorta. Il suo progetto riposa sepolto sotto un manto di erba sempre più alto. (f.g.)

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