Focolaio alla Fisher & Paykel di Treviso: 31 positivi e 45 in isolamento

BORSO DEL GRAPPA. Focolaio di coronavirus in azienda a Borso del Grappa: colpita la Fisher & Paykel, azienda che produce attrezzature per la ristorazione come forni tradizionali, piani cottura, forni pizza. Una trentina i casi scoperti finora, cluster che ha costretto la società a interrompere l’attività dell’area montaggio. La vicenda è seguita dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 2, già alle prese in passato con alcuni focolai aziendali di grandi dimensioni come, per esempio, quello dell’Aia di Vazzola la scorsa estate, dove i positivi furono più di duecento, fortunatamente nessuno di loro in condizioni serie.
la situazione
La Fisher & Paykel è la vecchia Elba Spa (produzione di piani cottura e forni da incasso), appartenente al gruppo De’Longhi negli anni scorsi, ceduta nel 2006 al gruppo neozelandese. Il focolaio è stato scoperto pochi giorni fa, dopo la positività di uno dei dipendenti. I controlli effettuati immediatamente sui colleghi con cui aveva avuto i contatti più stretti hanno portato alla scoperta di 31 casi complessivi di Covid (dati forniti dall’azienda sanitaria, aggiornati a ieri sera). A questi si aggiungono altri 45 operatori in quarantena, perciò si è reso necessario interrompere l’attività di una particolare area produttiva. Impossibile risalire con esattezza alle cause del contagio. L’azienda appartiene a un gruppo internazionale e ha sempre dato prova di grande serietà e professionalità sia durante la prima che la seconda ondata. I lavoratori hanno sempre utilizzato i dispositivi di protezione individuale e applicato il distanziamento sociale laddove possibile. Ma come emerso più volte in questi mesi, il Covid è un nemico subdolo capace di colpire alla minima distrazione.
incubo variante
Non è nemmeno chiaro se la diffusione del contagio all’interno dell’azienda sia dovuta alla presenza nell’area pedemontana della variante inglese, che secondo la Microbiologia dell’Ulss 2 è già oggi responsabile di circa il 30% dei casi di coronavirus nella nostra provincia. È un dato di fatto che l’area in questione, la pedemontana del Grappa, sia in questo momento una tra le più colpite dall’epidemia, e che proprio in quel territorio la variante inglese si sia diffusa in maniera “importante” già da prima delle festività natalizie. La Fisher & Paykel potrà quindi tornare alla piena operatività dopo che i dipendenti si saranno negativizzati, nella speranza che il cluster sia già stato circoscritto grazie al pronto intervento di azienda sanitaria e personale aziendale preposto alla gestione dell’emergenza.
i contesti a rischio
Proprio pochi giorni fa il dottor Stefano De Rui, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss trevigiana, aveva indicato le aziende tra i luoghi in cui si erano verificati i focolai maggiori. Nonostante la rigida osservazione delle misure di sicurezza, si tratta di spazi chiusi in cui un elevato numero di persone è costretto a convivere per diverse ore al giorno. Nei mesi scorsi i focolai aziendali di coronavirus avevano riguardato soprattutto le imprese alimentari e i macelli, dove anche le condizioni ambientali sono purtroppo favorevoli alla trasmissione dell’agente patogeno. —
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