Focolai di varicella all'asilo di Treviso, Breda e Paese, maxi-richiamo per il vaccino

La malattia a Treviso, Breda e Paese: è scattata la profilassi per i compagni. Oltre una sessantina i piccoli alunni convocati per arginare il rischio contagio
Una dottoressa prepara una dose di vaccino in uno degli ambulatori del Centro Vaccinale di via Statuto a Milano, 4 settembre 2017. Ansa/Daniel Dal Zennaro
Una dottoressa prepara una dose di vaccino in uno degli ambulatori del Centro Vaccinale di via Statuto a Milano, 4 settembre 2017. Ansa/Daniel Dal Zennaro

TREVISO. Tre focolai di varicella in altrettanti asili di Treviso, Paese e Breda di Piave: l’Usl di Marca ha avviato un maxi richiamo per oltre 60 bimbi, per effettuare le profilassi sui piccoli alunni. «C’è stata una recrudescenza della varicella: siamo prontamente intervenuti per arginare il rischio di eventuali contagi sottoponendo alla vaccinazione una sessantina di bambini nelle scuole dell’infanzia coinvolte», spiega il dottor Mauro Ramigni del dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria trevigiana. Un protocollo straordinario, attivato dall’Usl 2, che ha portato ad anticipare la somministrazione del siero o l’eventuale richiamo per tutti i bimbi potenzialmente a rischio infezione.

il richiamo. «La prima dose vaccinale è prevista al 15esimo mese di vita, la seconda all’età di cinque anni, ma in situazioni come questa viene anticipato il richiamo per garantire la salute dei piccoli. Ai genitori abbiamo spiegato che non c’è alcun pericolo se la dose viene assunta prima del tempo standard» aggiunge l’esperto. Una decina di giorni fa la malattia è comparsa nelle materne del capoluogo e dell’hinterland con tre casi di piccoli infettati. I sintomi non hanno lasciato spazio a dubbi: febbricola, pustole rosse, prurito e astenia, immediata la diagnosi di virus zoster, ovvero, varicella. Per i bambini interessati si è resa necessaria la convalescenza a casa. Immediata la segnalazione ai medici della Madonnina che hanno provveduto al monitoraggio dei compagni di classe, suggerendo l’immunizzazione a quanti erano stati in contatto con i malati. «Si tratta di una procedura di sicurezza che viene sempre attivata in questi casi a garanzia della popolazione», conferma il direttore generale Francesco Benazzi.

IL MONITORAGGIO. Lo scorso 17 gennaio sono stati avviati i richiami nei tre istituti. «Abbiamo provveduto a valutare la situazione vaccinale di tutti i bambini dei tre asili. Chi, per qualche motivo, non aveva ancora ricevuto l’immunizzazione è stato invitato a farla. Coloro che avevano già effettuato il primo vaccino, che di solito è previsto al 15esimo mese, è stato invitato a sottoporsi al richiamo anticipato per avere la massima copertura contro la varicella» chiarisce il dottor Ramigni. La risposta da parte delle famiglie è stata pressoché corale. «Abbiamo vaccinato quaranta bambini a Treviso, e una ventina tra Paese e Breda di Piave, spiegando ai genitori che non c’è alcun problema se anche la seconda dose viene somministrata prima rispetto al normale calendario vaccinale. Quando la varicella è in circolazione viene attuata questa strategia di richiamo a beneficio di quanti sono entrati in contatto con i bambini che l’hanno contratta, visto che si tratta di una patologia molto contagiosa» conferma l’esperto.

COS’è LA VARICELLA. La profilassi rappresenta l’unica arma per arginare la diffusione del virus che si trasmette per via aerea mediante le goccioline di saliva o tramite il contatto diretto con le lesioni cutanee. Vista la modalità con cui si veicola il virus, la probabilità di diffusione della varicella all’interno di un asilo, è estremamente elevata, dato che i bambini maneggiano gli stessi giocattoli ed è facile che si mettano le mani in bocca e sugli occhi infettandosi. La varicella, insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite, è annoverata fra le malattie contagiose dell’infanzia, che nella maggioranza dei casi colpiscono i bambini fino a 10 anni.

Il virus si trasmette da uomo a uomo e la sua contagiosità inizia un paio di giorni prima dell’eruzione e può durare fino alla comparsa delle croste. Le vescicole rosse sul corpo possono arrivare a generare fino a 500 lesioni sulla pelle, specie su testa, visto, arti e tronco. Le pustole scompaiono nel giro di una settimana seguendo una terapia sintomatica sotto controllo medico.

Le complicanze della varicella sono rare nei bambini sani e si verificano per lo più nelle persone immunodepresse, nei neonati, negli adolescenti e negli adulti, con lo sviluppo di infezioni batteriche, encefaliti e polmoniti. Osservate speciali: le donne in gravidanza, visto che il virus può trasmettersi al feto. La tempestività dell’intervento dei sanitari della Madonnina è stata quindi di fondamentale importanza per arginare la propagazione del virus a livello locale. Come conferma il dottor Ramigni: «Al momento non abbiamo avuto altre segnalazioni di casi di varicella sul territorio, la rapidità di intervento vaccinale è un elemento chiave per fermare la comparsa di eventuali altri focolai e la loro propagazione».

 

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