Firme false per la lista Assolto Leonardo Corò
MOGLIANO. Firme false per le elezioni comunali a Mogliano: l’ex consigliere del Partito Democratico, Leonardo Corò, si oppone alla condanna penale e viene definitivamente assolto. Prima che il caso...

MOGLIANO. Firme false per le elezioni comunali a Mogliano: l’ex consigliere del Partito Democratico, Leonardo Corò, si oppone alla condanna penale e viene definitivamente assolto. Prima che il caso dei moduli elettorali contraffatti finisse per far tremare il Movimento 5 Stelle siciliano, diventando un caso nazionale, a Mogliano Veneto una vicenda analoga ha impegnato per mesi inquirenti, magistrati del tribunale di Treviso, avvocati, normali cittadini chiamati a testimoniare e numerosi politici locali. La portata dello scandalo, nel caso trevigiano, è stata ben più trasversale e ha coinvolto molte liste (eccetto, tra gli altri, i pentastellati). L’anno scorso, alla fine di un’inchiesta iniziata nel 2015, furono condannati cinque ex consiglieri comunali: pene fino a 6 mesi di reclusione e ammende comprese tra 35 e 40 mila euro. Un vero salasso, che ha costretto quasi tutti a chiedere la sospensione della pena per effetto della condizionale. Tutti tranne uno. Leonardo Corò ha infatto deciso di opporsi, andando a processo e ottenendo nel giugno scorso un’assoluzione piena: «Sono stato assolto - racconta il diretto interessato - perché il fatto non sussiste, sono soddisfatto, per me era una macchia morale inaccettabile, e lo era anche dal punto di vista professionale».
Leonardo Corò ha militato prima nell’Italia dei Valori e successivamente nel Pd. Svolge la professione di medico, è cardiochirurgo all’ospedale di Conegliano: «In questi anni ho affrontato due concorsi per diventare primario e in entrambi i casi il mio curriculum è stato certamente penalizzato dall’obbligo di indicare eventuali processi penali pendenti. Questa vicenda quindi mi ha creato anche problemi di ordine economico e professionale, ora sono a posto». Ma non manca una riflessione amara: «Penso che purtroppo questa storia dimostri che la giustizia non è affatto uguale per tutti, per chi non ha soldi è un po’ meno uguale. Io ho scelto di investire una somma importante (si è rivolto all’avvocato Andrea Niero e si vocifera di parcella di 10 mila euro, il diretto interessato non conferma e non smentisce,
nda
). Gli altri che come me hanno ricevuto il decreto penale di condanna, senza alcun dibattimento, anche per ragioni economiche non hanno fatto la mia stessa scelta. Ho affrontato un percorso difensivo che avrebbe anche potuto essere molto più oneroso di quanto non sia già stato». L’ha aiutata il partito? «Ho speso tutto di tasca mia, e a questo Pd di Renzi non intendo certo chiedere un euro».
Matteo Marcon
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