Finti rimborsi, evaso un milione
Indennità di trasferta e rimborsi spese per evitare il versamento delle ritenute Irpef e dei contributi previdenziali: è il metodo utilizzato da una società con sede legale a Gorizia, e altre sedi distaccate tra cui una anche a Treviso, operante in subappalto all'interno di grandi commesse nel settore della carpenteria metallica a servizio della cantieristica navale. Lo ha scoperto la guardia di Finanza di Gorizia che, al termine di un’indagine, ha individuato 437 posizioni irregolari, secondo un sistema sperimentato fin dal 2014. L'indagine è scattata da una segnalazione dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Udine e ha accertato l’irregolare assunzione di lavoratori in prevalenza di nazionalità bosniaca, serba e croata, sistematicamente retribuiti indicando in busta paga voci fittizie anziché l’esatto ammontare del lavoro straordinario prestato. Le dichiarazioni rese dai dipendenti durante gli accessi che le fiamme gialle goriziane e gli ispettori del lavoro hanno eseguito in diversi cantieri, nonché l’esame di alcuni documenti contabili e messaggi di posta elettronica acquisiti nel corso della verifica fiscale, hanno fatto comprendere l’evidente evasione fiscale e contributiva messa in atto dall’impresa goriziana. Gli accertamenti hanno ricostruito in quasi un milione di euro l’ammontare del lavoro straordinario a cui non sono state applicate le ritenute Irpef, pari a 270 mila euro, mentre l’imponibile previdenziale sottratto a tassazione contributiva è stato quantificato in poco più di un milione di euro. La società, con sede nel capoluogo isontino, costituita nel febbraio 2014 e con un volume d’affari nel 2016 di quasi sei milioni di euro, al termine delle indagini, è stata avviata alla liquidazione volontaria da parte dell’amministratore e socio unico sloveno.
«L’indagine - ha spiegato il comandante provinciale, colonnello Giuseppe Antonio D'Angelo - è stata finalizzata a contrastare il fenomeno del lavoro nero e irregolare e di tutte le manifestazioni di illegalità connesse, quali l’evasione contributiva e le frodi in danno del sistema previdenziale, ma ha avuto anche l’obiettivo di tutelare le imprese oneste da una dannosa forma di concorrenza sleale».
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