Festini e falsi scoop Zaia vuole 50 mila € dal sito Gaxetaveneta

Ma quali festini “hard”: Luca Zaia chiede 50 mila euro per diffamazione. E’ un finto scoop che potrebbe costare carissimo quello pubblicato da Raffaele Serafini sul sito Gaxetaveneta.com, poi oscurato dalla Procura di Treviso. Era il novembre del 2010 quando il bollettino venetista on-line pubblicò un articolo in cui si parlava di festini compromettenti del presidente della Regione: secondo Gaxetaveneta.com, Zaia avrebbe utilizzato la cornice di Castelbrando, a Cison di Valmarino, per incontri - diciamo così - tutt’altro che istituzionali. Immediata, secca e imbufalita la replica di Zaia, che ha smentito categoricamente le circostanze (dimostrando che non era a Castelbrando, bensì al lavoro per gestire l’emergenza alluvione di quei giorni) e ha ottenuto un decreto di sequestro preventivo del sito da parte della Procura della Repubblica di Treviso. Oscuramento tra l’altro molto laborioso, perché il sito in questione era rimasto visibile parecchi giorni dopo la “censura” a causa della difficoltà di arrivare al server in Islanda. Bene, ora il processo penale per diffamazione a carico di Raffaele Serafini è arrivato in un’aula di tribunale, a Treviso, e con esso la richiesta di parte civile avanzata da Zaia tramite l’avvocato Massimo Malvestio: 50 mila euro.
Il processo si tiene a Treviso ma forse non per molto: l’avvocato difensore di Serafini, Luca Azzano Cantarutti, solleverà infatti un’eccezione di competenza territoriale sostenendo che il processo si debba svolgere a Bassano del Grappa, in quanto l’imputato è di Marostica. Un’altra eccezione, sollevata ieri dallo stesso avvocato, è stata accolta dal giudice che ha disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero: il decreto di citazione a giudizio di fronte al giudice monocratico non è passata attraverso l’udienza preliminare, e da qui il passo indietro. «Nel merito, poi, contestiamo la responsabilità» dice l’avvocato Cantarutti «perché non è stato Serafini a scrivere quell’articolo, e per questo motivo chiederemo l’assoluzione per non aver commesso il fatto». Un piccolo colpo di scena nella strategia processuale, dopo che “a caldo” Serafini aveva rivendicato non solo la paternità dell’articolo, bensì anche l’affidabilità delle fonti del suo presunto - e smentito dal diretto interessato e dalla Procura - scoop sul governatore. «Quello che ho scritto su Zaia è tutto vero, ho fonti attendibilissime» aveva detto alla “Tribuna” Serafini, 43 anni, marosticano, «me l'hanno oscurato con un atto di forza che calpesta la democrazia. Peggio della Cina». Ma per Zaia la cosa peggiore sono le balle raccontate in quell’articolo della Gaxetaveneta: per quelle ha chiesto 50 mila euro che devolverà - garantisce - agli alluvionati.
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