Fatture per contratti fittizi, contestata maxi-evasione

Imprenditrice di Pieve avrebbe dichiarato operazioni inesistenti per 2,2 milioni. Sta pagando il suo debito col Fisco sulla base di un piano quadriennale

PIEVE DI SOLIGO. Evasione fiscale con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 2,2 milioni di euro: è quanto contesta la Guardia di finanza di Pordenone a un’imprenditrice del settore informatico. Il nucleo di polizia economico finanziaria ha accertato che l’imprenditrice – la settantenne Santina Collot, di Pieve di Soligo, rappresentante legale e socio della Space computer srl di Fontanafredda – ha contabilizzato fatture per operazioni commerciali inesistenti per abbattere il proprio reddito, compensando in particolare l’Iva che avrebbe dovuto versare al Fisco.

Le Fiamme gialle hanno scoperto che nel libro acquisti 2014 della società c’erano alcune fatture di acquisto emesse dall’azienda pordenonese Space sistemi srl per un imponibile complessivo di oltre 1 milione di euro (che ha dato luogo a una detrazione Iva contabilizzata di circa 222 mila euro). Peccato, però, che Space sistemi srl (azienda di proprietà del marito di Santina Collot) fosse in liquidazione dal 4 luglio 2012 e avesse cessato la propria attività il 31 dicembre 2012. La cancellazione dal registro delle imprese è datata invece 25 gennaio 2013. Come avrebbe potuto una ditta inesistente fornire consulenza informatica alla Space computer srl?

È questo il punto di partenza dell’inchiesta delle Fiamme gialle. Sono state scoperte nel registro acquisti 2013 altre fatture per consulenze fittizie emesse dalla Space sistemi srl. L’imprenditrice ha ammesso l’artificio contabile nel 2014, riferendo di averlo realizzato per poter onorare i debiti dell’azienda e per il 2013 ha dichiarato spontaneamente alla Guardia di finanza che tali fatture non erano mai state emesse. Gli inquirenti ipotizzano che tali fatture siano state contabilizzate da parte di Space computer srl e che il beneficiario abbia successivamente provveduto, mediante giroconti, alla compensazione dei soli costi così maturati. Il gip Rodolfo Piccin ha disposto il sequestro preventivo per equivalente per un totale di 419 mila euro a carico della Space computer srl e, qualora l’azienda fosse risultata incapiente, a carico dell’imprenditrice trevigiana. Il provvedimento è stato eseguito lo scorso marzo. Le Fiamme gialle hanno messo i sigilli su contanti e titoli per 159 mila euro e un immobile del valore di 260 mila euro.

Santina Collot, assistita dall’avvocato Piero Cucchisi, ha fatto ricorso al tribunale del riesame. L’imprenditrice sta pagando il suo debito con il Fisco dall’inizio dell’anno scorso, quando è partito il piano quadriennale concordato con l’Agenzia delle entrate. Al collegio del riesame la contribuente ha spiegato che si sarebbe trovata impossibilitata a far fronte alle rate con i conti correnti bloccati. Il tribunale del riesame ha confermato il sequestro preventivo, riducendo però l’importo a 322 mila 412 euro (rimangono i vincoli cautelari sull’immobile e i titoli finanziari). Sono stati invece dissequestrati i conti correnti e le carte prepagate intestati a Space computer srl e all’imprenditrice. Il collegio di giudici, presieduto da Alberto Rossi (a latere Piera Binotto e Giorgio Cozzarini) ha ridimensionato la cifra ritenendo che nei reati tributari di natura dichiarativa il profitto del reato non comprende le sanzioni amministrative.
 

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