Fatture false per evadere il fisco sequestri per 2 milioni di euro

Marco Filippi
Due imprenditori trevigiani nel mirino delle Fiamme Gialle di Vicenza per una frode fiscale legata all’emissione di fatture false. Si tratta di Michele Vettori, 48 anni di Quinto, e Gian Paolo Stocco, 75 anni di Borso del Grappa
Nei loro confronti i finanzieri hanno eseguito due decreti di sequestro preventivo per un importo complessivo di 2.200.000 euro per avere emesso fatture false per tre milioni e mezzo di euro nel commercio dell’abbigliamento griffato.
I sigilli sono stati posti in particolare su tre appartamenti a Castelfranco, una villa a Quinto con annesso magazzino, una casa a Sassari e sette terreni a Quinto, oltre a quasi un milione di euro tra polizze, conti correnti e contanti.
L’operazione delle Fiamme Gialle è partita dalla posizione di una società, la Tunnel srl, che operava nella produzione e commercio di abbigliamento per bambini, già con sede a Bassano del Grappa che, a settembre 2018, s’era formalmente trasferita ad Avignano, un paese della provincia di Caserta, a un indirizzo dove si trovava una abitazione privata in aperta campagna, cambiando contestualmente la compagine societaria con trasferimento delle quote e della rappresentanza legale ad un prestanome.
Le indagini sull’azienda e sul suo amministratore di fatto, Stocco, hanno permesso di approfondire la posizione di una seconda azienda, la D.D.Q.S. srl., anch’essa amministrata da Stocco fino al settembre 2018 quando fu formalmente ceduta ad un secondo prestanome.
Le due società sono apparse sin da subito legate, oltre che dal luogo di esercizio bassanese (dove attualmente prosegue l’attività una terza srl, estranea all’indagine), dal fatto di presentare importanti cessioni, per circa 3 milioni e mezzo di euro dal 2014 al 2018, nei confronti di Dinamiche snc (il cui legale rappresentante è Michele Vettori), che opera, con 14 punti vendita nella provincia di Treviso, nel commercio al dettaglio di prodotti dei marchi di un importante gruppo imprenditoriale di abbigliamento, anch’esso estraneo alle indagini, in virtù di un contratto di franchising.
Gli inquirenti vicentini hanno constatato che tutte le fatture emesse dalle due società di Stocco erano relative ad operazioni oggettivamente inesistenti, dal momento che, anche a seguito di indagini finanziarie e cinque perquisizioni, era emerso che le stesse non avrebbero potuto disporre di quei beni, ceduti sulla carta con fatture generiche e prive di ogni dettaglio. Le società di Stocco, inoltre, non avrebbero potuto vendere quella merce nemmeno se prodotta in sede con il limitato personale a disposizione, anche alla luce dell’incompatibilità con il segmento di mercato della società destinataria di Vettori.
L’avvocato Fabio Pinelli, legale di Vettori, precisa: «Il mio assistito è totalmente estraneo alle vicissitudini della società di Bassano asserita evasore totale e al trasferimento della sede della stessa in provincia di Caserta, così come alla successione ai vertici della stessa di persone diverse e additate a “teste di legno”. Alcuna delle condotte indicate è contestata al medesimo nell’ambito del procedimento penale. A Vettori si addebita provvisoriamente solo di aver annotato in contabilità delle fatture di acquisto di prodotti commerciali non effettivamente forniti. Sarà il processo la sede nella quale far valere l’erroneità di tale contestazione. Per quanto riguarda i sequestri la decisione del tribunale del Riesame di Treviso che ha confermato i sequestri disposti dal gip non riguarda Vettori, che non è stato parte del suddetto giudizio. Nella parte in cui il Tribunale ha confermato i sequestri a carico di soggetti terzi estranei al procedimento che riguarda lo scrivente, la legittimità dello stesso risulta pendente sub iudice davanti alla Corte di Cassazione». —
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