Fantuzzi e Biancolin su Fondazione Giol sicurezza e servizi

SAN POLO. Fondazione Giol, da lasciar lavorare per Fabio Biancolin, candidato sindaco di “Valorizza San Polo” (lista sostenuta dalla Lega), e da rivoluzionare per Nicola Fantuzzi, candidato della civica pura “Polo del cambiamento”. Un paese da far rivivere attraverso le associazioni, secondo Biancolin, e la costruzione di un senso di comunità da rifondare, secondo Fantuzzi. E poi l’azione forte che Fantuzzi immagina contro lo spaccio di droga e i vandalismi nel parco giochi del centro, mentre Biancolin pensa alla costruzione di un campo da bocce per gli anziani che si trasformerebbero nelle prime sentinelle del territorio.
Sono queste le maggiori differenze emerse lunedì sera nel Teatro Don Bosco, dove erano almeno 400 i cittadini che hanno seguito il faccia a faccia fra i due candidati sindaci organizzato da Confartigianato. Due candidati che vengono dal mondo dell’agricoltura e che non fanno mistero di guardare al mondo del centrodestra, anche se entrambi assicurano di voler aiutare tutti «con un occhio di riguardo ai sampolesi bisognosi».
Non è mancata la domande sulla candidatura ritirata a poche ore dal termine della presentazione delle liste da parte dell’ex candidato leghista Michelangelo Bonotto (presente alla serata): «È una cosa anomala, mi è sembrata una caduta di stile della Lega nei confronti di Bonotto», ha attaccato Fantuzzi, a cui Biancolin ha replicato: «Michelangelo non se l’è più sentita e abbiamo subito trovato una soluzione». Ma anche domande sulla possibilità di attuare unioni e fusioni fra S. Polo e i Comuni vicini, a cui Biancolin e Fantuzzi hanno risposto di preferire sul breve periodo le unioni di servizi. Entrambi i candidati hanno assicurato di porre la massima attenzione ai temi del sociale, dell’ambiente e delle tasse, che sia Biancolin che Fantuzzi vorrebbero abbassare: «Vogliamo risolvere velocemente i problemi dei cittadini, sarò sempre in municipio», ha promesso il primo. «Serve il coraggio di cambiare un paese che ha vissuto una scollatura fra la piazza e l’amministrazione», detto il secondo. —
N.B.
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