"Fanno sesso in azienda": pubblica il video su Youtube, il caso a Treviso

Treviso. I video registrati in azienda sono stati inseriti in un canale Youtube creato per l’occasione e sono accompagnati da didascalie che lasciano poco spazio all’immaginazione

TREVISO. Un tempo c’erano la carta, la buca delle lettere cui ci si avvicinava di nascosto, al massimo una foto sfocata che immortalava ciò che non si doveva sapere. Aperta la busta scoppiava il putiferio: «Tu mi tradisci». Si scatenavano drammi, fioccavano le giustificazioni, volavano piatti, ma tutto rimaneva chiuso nell’intimità delle quattro mura di casa.

Poi arrivarono il web, i social network, la condivisione: strumenti che di per sé non fanno né bene né male, ma che, messi nelle mani sbagliate, possono scatenare un inferno. E i più fragili possono non reggere all’urto di migliaia di visualizzazioni, di centinaia di like di perfetti sconosciuti. È la gogna 2.0 che, nel caso che vi raccontiamo, ha come sfondo un’azienda dell’Opitergino. Basta una telecamera nascosta e il gioco è fatto.

Per l’autore dell’imboscata però non era sufficiente immortalare una presunta liason tra due colleghi (tra l’altro solo ipotizzata, dato che nel video non si vede nulla). I video registrati sono stati inseriti in un canale Youtube creato per l’occasione e sono accompagnati da didascalie che lasciano poco spazio all’immaginazione: «Ecco cosa fanno in azienda: mogli, mariti e figli devono sapere. È una vergogna». Ci sono nomi, cognomi, posizioni professionali e il canale Youtube porta il nome della stessa azienda di cui sono dipendenti i protagonisti del video. Le registrazioni – tre - sono state pubblicate il 31 marzo 2018: in pochi giorni hanno raggiunto migliaia di visualizzazioni ciascuna, in totale quasi ventimila. Impossibile fermare l’onda, impossibile arginare il terremoto che hanno creato. La telecamera è fissa, probabilmente nascosta sotto a un tavolo dell’area ristoro dell’azienda: i filmati durano più di dieci minuto ciascuno. Si vedono due persone, un uomo e una donna, che passeggiano insieme prima di entrare in una stanza. Quel tanto che basta per scatenare l’immaginazione più maliziosa, perché il non detto a volte può essere tremendamente loquace, insinuante e appiccicarsi addosso come una lettera scarlatta.

In questo caso non si tratta di chiacchiere tra colleghi, di stupide sghignazzate a denti stretti dopo un pettegolezzo in pausa caffè. I video da quattro giorni galleggiano pacifici nel web, senza che nessuno possa far nulla per farli sparire: le visualizzazioni aumentano di pari passo all’angoscia dei protagonisti. Questa è la vicenda umana, drammatica, che ha come rovescio della medaglia un malore da parte della donna, finita involontariamente nel video. Per l’autore dello scherzo però si prospettano mesi complicati. L’azienda non è rimasta a guardare, la palata di fango sui suoi dipendenti macchia in modo indelebile anche il suo nome. «Partirà immediatamente una denuncia penale e contestualmente faremo rimuovere i video», spiega l’amministratore.

Dietro questa bravata pare ci sia una persona conosciuta, che voleva vendicarsi di chissà quale torto subito. «È un fatto drammatico, oltre che di grave rilevanza penale», continua l’amministratore. La segnalazione a Youtube è già partita, l’avvocato dell’azienda è già al lavoro. Ora spetterà agli investigatori dare un volto, un nome e una punizione all’autore dell’imboscata social.

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