Falò tra i vigneti Le gemme coccolate contro freddo e gelo

CONEGLIANO. Per salvare le gemme del Prosecco si utilizza il metodo del nonno: il falò. La cura naturale contro le brina è il fuoco, impiegato per contrastare l'improvviso abbassamento delle temperature che si sta registrando in questi giorni in tutta la Marca.
Nelle aree pianeggianti del Coneglianese la notte scorsa si sono sfiorati gli zero gradi, dopo una prima brinata avvenuta nella nottata tra martedì e mercoledì. Ieri alcuni agricoltori hanno lavorato nel cuore della notte fino all'alba, come il vignaiolo e agronomo santalucese, Sandro Urban. Ha salvato così i vigneti di famiglia, nella zona dei Palù a San Fior di Sotto. Niente sostanze chimiche, niente rimedi artificiali, ma sono serviti gli insegnamenti del nonno, e tanta passione. Ceppi di legno "di prima qualità" specifica l'agronomo, sono stati disposti tra i filati di Prosecco. Così poi sono stati accesi tanti piccoli falò per mantenere in caldo, o meglio non far soffrire il freddo, alle gemme del Glera, il vitigno da cui si ricava il Prosecco, «come facevano una volta i nostri vecchi», racconta lui. Trentaquattro anni (festeggia proprio oggi, 22 aprile), agronomo, Sandro Urban si è diplomato alla scuola enologica Cerletti e quindi si è laureato in Scienze e tecnologie agrarie all'Università di Udine. A San Fior, suo paese d'origine, cura i terreni di famiglia. In nessun libro viene ovviamente descritto il metodo dei falò, ma è una terapia “old style”.
«Già mercoledì c'era stata una gelata sulle foglie», aveva osservato il giovane agronomo. La temperatura infatti era scesa a 0,8 gradi (fonte Arpav, centralina di Gaiarine). La notte peggiore però è stata quella tra giovedì e venerdì, perchè il gelo si è prolungato per oltre quattro ore. Tra le 3 e le 7 di venerdì, la temperatura si è tenuta al di sotto di 1 grado, sfiorando lo zero termico. Le zone pianeggianti sarebbero state quelle che hanno risentito maggiormente delle gelate, rispetto a quelle collinari. Sulle colline infatti il clima è stato meno freddo. La stazione meteo Arpav situata sui colli di Conegliano ha registrato la notte scorsa una minima di 4,9 gradi centigradi. Così con il metodo artigianale del fuoco si è voluta proteggere la gemmata. Una notte insonne è valsa per recuperare la raccolta a settembre.
I falò tra i vigneti lo scorso anno erano già stati utilizzati nella regione della Loira, in Francia. Ora anche nella Marca e nella terra del Prosecco si sono accesi i mini panevin, come antigelo naturale. «Siamo vicini a tutti i produttori di Prosecco, è stata una notte dura a causa delle temperature che continuano ad essere rigide», spiega l'assessore all'agricoltura di Santa Lucia, Luca Bellotto. «con questo metodo si è cercato di salvare le piante». L'azienda agricola di Sandro Urban coltiva uva, ma non è produttrice diretta di vino. Per le future bottiglie con le bollicine, però, c'è chi ha già coniato il nome: "Prosecco al falò". Da oggi le previsioni meteo Arpav danno temperature in crescita, anche se sotto la media del periodo (minime tra i 2 e 4 gradi). Gli agricoltori confidano che i vigneti possano resistere. Altrimenti, i “falò” tra i filari sono destinati a moltiplicarsi su tutta l’area delle denominazioni Doc e Docg.
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