Fabio Gatto compra il cachemire della Corona inglese

Non c’è riuscito Luca Cordero di Montezemolo, che pure era in società con emiri arabi e magnati russi. Ci provano i veneti – in cordata con un gruppo di investitori di Reggio Emilia – a riportare al giusto posto il cachemire del Nord più famoso al mondo. Il marchio Ballantyne, legato all’allure della Casa Reale britannica, al glamour di Audrey Hepburn e al sorriso amaro di Jackie Kennedy, resta italiano: anzi, trevigiano. Gli uffici sono a Villorba, la direzione creativa è trevigiana, l’investimento è tutto italiano: Treviso e Reggio Emilia.
Il protagonista dell’operazione, perfezionata nei giorni scorsi e del valore vicino ai cinque milioni di euro, è Fabio Gatto, 58 anni, apprezzato stilista che ha legato il suo nome ai successi Moncler, al lancio di Tonello e a una rete di boutique della moda presente in Veneto. Con vetrina giusto in piazza dei Signori.
Con la società Corso Italia srl – di cui è amministratore il figlio Umberto, 34 anni – ha rilevato il 100 per cento del brand scozzese, dal 2004 in pancia al fondo Charme di Luca Cordero di Montezemolo e da tempo alle prese con una difficile crisi finanziaria. Dopo aver accumulato perdite per 7,7 milioni di euro nel 2012 e quasi 13 milioni nel 2013, la società è stata posta in liquidazione volontaria e il marchio ceduto alle cure dei manager trevigiani e di alcuni soci della provincia di Reggio Emilia che lo hanno praticamente ripulito dalle pendenze ed ora lo hanno definitivamente preso in carico. Nell’avventura industriale-finanziaria ci sono anche il commercialista di Reggio Emilia Alessandro Beltrami e gli imprenditori Paolo Diano; Oreste, Emanuele e Cristian Massaro e l’avvocato trevigiano Paolo Iadanza. Ad accompagnare il passaggio il pool di banche formata da Credito Trevigiano, Volksbank e Popolare di Verona.
«E’ stata una scelta di cuore – ammette Fabio Gatto – è un marchio che ho nei miei ricordi di ragazzo, il massimo del cachemire, ai miei tempi era come dire: mi faccio un Rolex. Un marchio straordinario, che tornerà ad esserlo. Nell’ottobre 2013 Montezemolo mi ha chiesto di assumere la direzione artistica – aggiunge Gatto –: abbiamo dovuto lavorare molto, mettendo ordine e sistemando la distribuzione. Poi sono diventato licenziatario globale del marchio ed ora abbiamo perfezionato l’acquisizione. Sì, è stata una scelta d’istinto e di cuore». Per Gatto si tratta ora di lavorare sul prodotto e sull’organizzazione industriale: «Dobbiamo riprendere le radici del marchio – spiega Gatto –: riaprire i cassetti dell’archivio aziendale, un autentico tesoro; e poi raccontare la storia di questo marchio, dove telai artigianali e grande creatività lo hanno fatto grande; suscita un grandissimo fascino in chiunque si avvicini».
Fondato nel 1921 da Henry Ballantyne nel piccolo centro scozzese di Innerleithen, i suoi tratti distintivi sono il grifone e i rombi Diamond, realizzati con telai a mano e artigianalmente. La Regina Elisabetta ne assisteva alle sfilate e la Casa Reale ne era cliente abituale. Così anche il mondo del cinema e degli attori: per decenni Ballantyne è stato sinonimo di cachemire inglese, di altissimo livello. Adesso, l’impresa più ardua: riportarlo ai fasti di un tempo e farlo indossare alle nuove generazioni. Appuntamento al Pitti.
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