Ex Monti, concimaia, Nordica: in 20 anni solo progetti

MONTEBELLUNA. Spazi vasti, segno ancora tangibile di una storia produttiva che non c’è più, oggetto di piani di recupero, rimasti però sulla carta dove giacciono da circa 20 anni. Tre in particolare: l'ex Filatura Monti di via Risorgimento, una parte dell'ex Nordica in via Biagi, una parte degli ex Concimi in via Zecchinel e via Gazie. I progetti di recupero per l'ex Filatura e per l'area Nordica erano stati presentati, quest’ultimo anche approvato. Per gli ex Concimi c'erano state invece delle idee che non si erano tradotte in un progetto vero e proprio. Il motivo? I costi troppo alti. Ma andiamo con ordine.
Ex Filatura Monti. È uno dei vecchi complessi industriali di Montebelluna. Ai tempi della prima giunta Puppato era stato presentato uno studio per un recupero commissionato dalla famiglia Monti, proprietaria del complesso che si estende tra via Risorgimento e la ferrovia. Grandi spazi dove ricavare appartamenti, uffici, attività commerciali. Con un beneficio anche per il Comune, perché lì erano previsti un museo d'arte contemporanea e un auditorium. Il progetto, che era stato predisposto da “F. G. Architetti”, prevedeva un sistema di spazi aperti su cui si affacciavano spazi commerciali, una galleria all'interno del museo con altri spazi commerciali ma anche con spazi per giochi, e al piano superiore appartamenti di varie metrature. Era previsto l'abbattimento del muro di cinta e il mantenimento invece della storica canora, la ciminiera di mattoni rossi. Anche in questo caso poi tutto si è arenato.
Ex Concimi. Si tratta di un vasto complesso di archeologia industriale compreso tra via Piave, via Zecchinel e via Gazie. Una parte è stata recuperata, è quella che ospita il locale Matto Rosso. Le altre sezioni della fabbrica invece giacciono nell’incuria più totale, tanto che da via Zecchinel si vede molto bene il tetto completamente sfondato del fabbricato. Di proposte e progetti ce ne sono stati vari,in questi anni, ma tranne la parte citata prima non è stato fatto poi alcun passo in avanti nel recupero di quel complesso che in alcune zone è cadente.
Ex Nordica. Era il progetto più avanzato dal punto di vista burocratico, tanto che la parte verso via Piave è stata realizzata, è quella dove sorge il negozio Quellogiusto. Il complesso industriale era stato dismesso quando la Nordica era di propriettà della Benetton Sportsystem. Poi era stato ceduto ad una società. Allora era stato approvato un piano di recupero, ai tempi della prima giunta Zaffaina, su cui si era speso molto l'ex capogruppo leghista Flavio Bacchiega.
Un progetto contestato dai vicini anche perché, oltre a un negozio che inizialmente doveva essere un supermercato, nella parte nord prevedeva la realizzazione di fabbricati alti una dozzina di metri a destinazione residenziale. Non se ne è fatto più nulla.
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