Ex discarica di Busta La bonifica è costata oltre sei milioni

Tre interventi successivi, perché i primi non funzionavano Un bilancio pesante per Comune e consorzio Priula
Agostini Busta ex cava in via Cerer
Agostini Busta ex cava in via Cerer

MONTEBELLUNA. Sono state probabilmente maggiori le spese per bonificarla che gli introiti di cui ha goduto per anni il Comune di Montebelluna. Si tratta della discarica di via Cerer, i cui primi due stralci sono stati realizzati e gestiti dal Comune. Per la sua bonifica sono stati spesi infatti, in due tranche, ben 6 milioni di euro: soldi pubblici, ma in parte anche degli utenti dal momento che una parte delle spese per la bonifica era stata inserita nella tariffa delle utenze.

La prima tranche della bonifica era partita con l’amministrazione Puppato, la seconda è stata trasferita al consorzio Treviso Tre, ora Contarina, quando sindaco era Marzio Favero. «Visto che da tempo era stato costituito il consorzio», spiega il sindaco, «abbiamo scelto di trasferire gli ulteriori 3 milioni di euro, assieme alla gestione post mortem della discarica per venti anni alla Contarina ed ora definitivamente la proprietà passa al Consorzio Priula». È stato messo giovedì dal consiglio comunale l’ultimo sigillo a quella vecchia discarica, approvando la convenzione col Bacino Priula per la messa in sicurezza, la bonifica, la gestione e il trasferimento della proprietà della discarica.

Era stata avviata negli anni Ottanta, nella ex cava Balbinot, diventata di proprietà del Comune solo nel 2000. Allora venivano gettati rifiuti indifferenziati, non c’era impermeabilizzazione perché si riteneva che lo strato di ghiaia facesse da depuratore. Col secondo stralcio si è operato in modo diverso: argilla sul fondo e teloni di plastica a impermeabilizzare. Solo che poi i teloni si sono fessurati e anche il secondo stralcio ha cominciato a inquinare come il primo. E non un inquinamento leggero, ma metalli pesanti: piombo, nichel, manganese, arsenico, finiti in falda, come hanno rilevato i pozzi spia.

Diverso il discorso per il terzo stralcio, quello gestito dalla France Dechets, realizzato con le nuove norme che prescrivevano una impermeabilizzazione che evitasse inquinamenti.

La bonifica è stata fatta coprendo la vecchia discarica con un “cappotto” per evitare infiltrazioni d’acqua e prelevando il liquame con tubazioni e pompe dopo che era stata bocciata l’idea di svuotare la discarica. —

Enzo Favero

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