Evasione fiscale, un’inchiesta su Zago

L’imprenditore che ha inventato il parco commerciale di Villorba è stato denunciato alla Procura dall’Agenzia delle Entrate
imprenditore Adriano Zago. Foto da passare in tck11f
imprenditore Adriano Zago. Foto da passare in tck11f

L’imprenditore Adriano Zago, l’uomo che ha ideato e creato il parco commerciale di Villorba, sotto inchiesta per reati fiscali. La denuncia alla Procura di Treviso è stata fatta direttamente dall’Agenzia delle Entrate a seguito di un accertamento sull’attività del 2008.

Il Fisco contesta a Zago la violazione del decreto legislativo 2000/74 che, appunto, disciplina tutta la materia fiscale in ambìto penale. L’imprenditore, ritengono gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate, avrebbe presentato dichiarazioni infedeli allo scopo di evadere le tasse. Le modalità e l’entità della presunta frode sono tutte da accertare: la Procura ha aperto qualche giorno fa un’inchiesta per valutare se sussiste la violazione ai danni dello Stato.

Adriano Zago, da parte sua, esclude qualsiasi violazione: «Nessuna evasione fiscale - assicura l’imprenditore - Ho un arretrato di tasse da pagare, ma si tratta di un debito che ho verso lo Stato e non ho certo commesso reati. Di quest’inchiesta non so nulla».

L’avvocato Alessandro Romoli spiega come un accertamento compiuto dalla Guardia di Finanza nel 2008 a carico della società Zago Adriano spa si sia concluso con la denuncia della moglie dell’imprenditore, poi assolta da ogni violazione lo scorso dicembre. Successivamente a quella sentenza, la Procura ha ritenuto di aprire un fascicolo a carico dell’uomo, a fronte appunto della denuncia arrivata direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Una nuova grana, dunque, per l’imprenditore trevigiano che ha avuto il merito di inventare il parco commerciale di Villorba attraverso la società Treviso 81. Ma, proprio a causa del crac di questa azienda, l’imprenditore è ora davanti al giudice civile insieme ad altri 16 soggetti legati alla società. Il curatore fallimentare, infatti, ha chiesto 12 milioni di euro di risarcimento danni nei confronti degli amministratori, dei revisori, dei soci e anche alla banca che ha finanziato l'azienda.

Secondo la curatela avrebbero tutti, a diverso titolo, contribuito a causare il dissesto finanziario della srl.

Stando alle contestazioni del curatore, in particolare, la Treviso 81 doveva essere liquidata quattro anni prima del fallimento avvenuto nel luglio del 2009: la dichiarazione di cessazione doveva essere fatta per tutelare i creditori che avrebbero così potuto rientrare più facilmente delle somme versate.

Sabrina Tomè

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