Esplosione al Pam, sarà sentito l’amico dell’attentatore Sorarù

Si concentrano sulla provenienza dell’ordigno professionale esploso di fronte al Pam via Zorzetto le indagini della Squadra mobile di Treviso e del nucleo investigativo dei carabinieri di Treviso guidato dal tenente colonnello Giovanni Mura. Giuseppe Mazzupappa, avvocato di Enrico Sorarù, il 56enne accusato di essere autore dell’attentato dell’8 novembre, non ha fissato l’interrogatorio del suo assistito, in attesa di leggere tutte le carte e tornare a parlare con il gip. Il pm Massimo Zampicinini, sta raccogliendo gli elementi utili a chiudere il fascicolo, che sono molti e vanno scremati.
Riflettori puntati anche su Primo Possamai, il 53enne di Nervesa salito alla ribalta della cronaca per aver piazzato la bomba che – la notte del 3 ottobre 2017– esplose davanti alla porta di casa dell’imprenditore vitivinicolo di Monfumo, Simone Rech, su commissione di Attilio Bergamin. È probabile che Possamai, tassello importante del puzzle, venga sentito per capire quale sia il suo ruolo nella vicenda, anche se lo stile dell’ordigno, non sarebbe il suo. Possamai tratta residuati bellici – emerge dall’inchiesta – è esperto nel mettere assieme pezzi, ma si tratta di reati di tipologie diverse: l’ordigno professionale esploso è di importazione e potrebbe essere stato acquistato oltreconfine, collegandosi a filoni di traffici di ordigni bellici dell’ex Jugoslavia. Il suo ruolo, quindi, potrebbe essere marginale, oppure più centrale nella vicenda. Per ora, in ogni caso, non è indagato, ma gli inquirenti stanno cercando di mettere a fuoco se davvero Possamai possa aver ceduto la bomba a Sorarù o meno e come quest’ultimo ne sia venuto in possesso. L’avvocato spiega che Sorarù alloggiava in una stanza affittata da Possamai solamente uno-due giorni la settimana e solo perché questi sarebbe stato l’unico che gli avrebbe offerto un tetto mentre svolgeva qualche lavoro come elettricista a Treviso, dopo due anni di prigione. Non solo: «È uscito a settembre dal carcere» spiega l’avvocato «durante questo periodo si è rimesso in sesto. Come avrebbe fatto dal carcere a crearsi i collegamenti per importare una bomba?». A giorni potrebbero esserci degli sviluppi. —
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