Elicottero caduto l'indagine resta a Treviso
Gli Usa rinunciano all'indagine sull'elicottero caduto. In un incontro avvenuto in procura a Treviso, è stato stabilitp che sarà la magistratura italiana a condurre l'inchiesta.

SANTA LUCIA DI PIAVE TV 20071108 UN ELICOTTERO USA AMERICANO " BLACK HAWK " PRECIPITA DURANTE UNA ESERCITAZIONE SUL GRETO DEL FIUME PIAVE IN ZONA SANTA LUCIA, SEI SOLDATI MORTI E CINQUE FERITI. nella foto i rottami dell'elicottero (AFC/AFC )
Colpo di scena nelle indagini sull’elicottero Usa caduto sul Piave.
Gli americani che ieri mattina hanno incontrato in Procura a Treviso i magistrati italiani, hanno annunciato la decisione di rinunciare, almeno per il momento, a indagare in via esclusiva sull’accaduto, così come potrebbero fare in base alla convenzione di Londra.
Questo significa che l’inchiesta sull’incidente del Black Hawk e la morte dei sei militari Usa, resterà nelle mani degli inquirenti trevigiani. Che hanno dato il via libera allo spostamento del relitto alla base militare di Aviano: lì sarà a disposizione dei consulenti nominati dalla Procura. Il vertice di ieri in Procura è durato poco più di mezz’ora.
Da una parte c’era il sostituto procuratore Giovanni Francesco Cicero, titolare delle indagini, dall’altra la delegazione americana guidata dal colonnello Oswald e formata dall’avvocato militare della base di Vicenza, da un colonnello dell’esercito che parteciperà alle operazioni peritali, da un suo parigrado di Aviano e da un maggiore che seguirà la parte amministrativa della vicenda.
Gli Usa, che inizialmente avevano annunciato al procuratore Antonio Fojadelli l’intenzione di indagare da soli sull’incidente dello scorso 8 novembre, hanno comunicato ieri una decisione di segno opposto.
Hanno riferito infatti agli inquirenti la volontà di rispettare, almeno per il momento, la giurisdizione primaria italiana.
Una scelta piuttosto inusuale per l’America che in passato, anche per semplici incidenti stradali, ha sempre chiesto a Roma di rinunciare alla giurisdizione primaria avvalendosi di quel diritto previsto dalla Convenzione di Londra. Una posizione, quella degli Usa, che ha destato una certa sorpresa tra gli stessi inquirenti.
Il fascicolo («atti relativi» per l’ipotesi di disastro aereo) resta dunque nelle mani del sostituto procuratore Giovanni Francesco Cicero. Che ieri ha disposto la rimozione del relitto del Black Hawk dall’alveo del Piave, in cui è precipitato, alla base militare di Aviano (da cui era partito). Gli inquirenti avevano pensato inizialmente a una soluzione diversa: il trasporto del velivolo alla base di Istrana o a quella di Rivolta. Gli hangar erano però tutti occupati e, vista la mancanza di posto, è stato infine deciso lo spostamento della carcassa ad Aviano. Lì andranno i consulenti nominati dalla Procura per far luce sull’accaduto. Stefano Benazzi, pilota di elicotteri ed esperto di aviazione e l’ingegnere meccanico Andrea Torresin, avranno 60 giorni di tempo per rispondere all’ampio quesito posto da Cicero sulle cause del drammatico incidente costato la vita a sei militari. I consulenti italiani lavoreranno di concerto con un superesperto americano, nominato direttamente dagli Usa. E gli americani parteciperanno agli interrogatori che scatteranno nei prossimi giorni e che sono stati delegati ai carabinieri.
Gli investigatori sentiranno nelle prossime ore sia i testimoni che i soldati sopravvissuti. Una certezza è stata intanto raggiunta dagli inquirenti: al momento dell’incidente non c’era alcun altro velivolo sui cieli di Santa Lucia. Un sospetto nato dopo le dichiarazioni di alcuni testimoni. La magistratura ha dato il nulla osta per la sepoltura.
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