Elezioni, è di Vedelago mister preferenza: Marco Perin ne ha collezionate 682

VEDELAGO. Quarantadue anni, venti a fare di una passione: la politica, un impegno quotidiano, diploma di geometra, professione: imprenditore nel settore dell’edilizia, sposato con Stefania, papà di Veronica, Francesca e Leonardo, un sorriso pulito, due occhi intelligenti, Marco Perin si riconferma il più amato dai vedelaghesi. H
a avuto proposte di candidature di più ampio respiro, ma alla fine ha sempre scelto il suo Comune. Vicesindaco di Cristina Andretta, confermata al primo turno alla guida del municipio, è già pronto a ripartire forte di un consenso che a ogni tornata cresce. Certo, cambiano i sistemi elettorali, ogni volta il voto si fa più complicato, ma lui è una certezza. 110 preferenze messe insieme nel 1999, 201 nel 2004, 412 nel 2009, 511 nel 2013 e ben 682 domenica scorsa. Dietro a ogni voto, un incontro, una parola e una stretta di mano franca. E tanti chilometri.
Quanti ne ha percorsi per questa campagna elettorale?
«Tremila a piedi, in bici e in auto. Ho consumato gli pneumatici. Ma da ogni incontro “porta a porta” ho raccolto una piccola, grande ricchezza, fatta di volti ed esperienze di vita».
Come si fa a diventare mister preferenza?
«Ho corso, e tanto. E con me e per me anche tanti amici. Più gli anni passano e più ti senti in difficoltà ad andare a chiedere il voto. Poi, quando inizi con la prima famiglia, prendi coraggio. Ti fai investire dall’entusiasmo di quelli che ti dicono: “No sta’ preoccuparte, qua semo tuti co’ ti”. Esci convinto che la gente è davvero con te. E tra un prosecco e una fetta di soppressa con il pane - la campagna elettorale non mi ha mai fatto dimagrire- diventi uno di famiglia: ti raccontano i problemi civici, ma anche quelli personali e ti senti utile».
Perché fa politica?
«Perché, per me, Vedelago è il paese più bello con la gente più bella. Nonostante sia in campo da vent’anni, sento che ho ancora qualcosa da dare. La passione per la politica, quella che cerca di cambiare il nostro piccolo mondo, è ancora forte in me, fa parte del mio presente e anche di quello della mia famiglia e del mio lavoro».
Per convincere si fanno anche promesse?
«Si ascolta e si prendono impegni. Quando le luci della campagna elettorale si spengono, inizia il vero lavoro del politico. Devi rispondere a tutti coloro che ti chiamano. Ti contattano per tutto, per quelli che a noi sembrano piccoli problemi ma per loro sono grandi ostacoli da affrontare e superare. Anche per aspetti sui quali chi amministra un Comune non può intervenire. A volte - lo ammetto -guardo in alto e penso: “E adesso?”. Poi, piano piano, prendo in mano ogni partita, incontro chi mi contatta, mi faccio spiegare e cerco di risolvere».
Dice anche dei “no”?
«Certo, a volte è necessario. Vedo i volti scurirsi, la rabbia che cresce, sento che sto deludendo qualcuno, provo un senso di sconfitta. Ma poi subentra e vince la consapevolezza che non puoi fare diversamente. Devi dire la verità sempre, anche quando è scomoda. Forse questo non paga nel breve, ma la mia esperienza mi ha insegnato che ti premia nel lungo periodo: i più capiscono, qualcuno lo perdi».
Lei riceve tutti?
«Sicuro, a tutte le ore e tutti i giorni, in tutti i luoghi. Non sono mai riuscito a rispettare il giorno del ricevimento canonico in municipio. Certo, ci sono gli appuntamenti programmati, ma poi ci sono i problemi che nascono nella quotidianità. Quelli non li prevedi e io non li scanso».
Chi sono i suoi elettori?
«La mia vita sociale è molto attiva. Ho, per mia fortuna, molto amici e passo tanto tempo nei luoghi di incontro di Vedelago: bar, sagre, sedi di associazioni, gruppi sportivi, parrocchie, ... Anche questo aiuta: vivendo con la tua gente la comprendi».
La più grande soddisfazione di questa campagna elettorale?
«Quando mi hanno aperto e mi hanno detto: “Non serviva che passassi di qua perché noi avevamo già deciso di votarti”. Ti si apre il cuore e capisci che sei sulla strada giusta».
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