Elezioni amministrative 2018, Manildo in campo (da calcio): «Gioco di squadra»

TREVISO. Un pari sul campo - suggellato dal sinaco Manildo su rigore: più democristiani di così - confidando nella vittoria il 10 giugno.
Il centrosinistra ha esordito in campagna elettorale, mettendo in campo la squadra dei veterani in blu (magliette manildiane #secondo tempo), con il mistero Rocco, Niccolò e non l’ndimenticabile Nereo, contro quella dei volti nuovi in bianco, guidata da Jacopo Lodde, che per un giorno molla il suo amato basket. Ha arbitrato Adriano Mendicino (sarà in lista per Camolei), speaker Paolo Marcon.
In trecento hanno posato alla fine nella foto di gruppo, a suggello della manifestazione, prima del canonico rinfresco, fornito dal ticket Camolei- Stecca (beveraggi e carne rispettivamente).
Molto significativo il preambolo, con Giovanni Manildo a consegnare le due maglie, autografate, a due «ragazzi del ’99 », i neomaggiorenni Marco Raccamari e Michela Lovat. «Sono qui perchè credo sia giusto impegnarsi per il futuro, portando la voce dei giovani perché Treviso resti un riferimento a livello nazionale», spiega il primo , maturando al linguistico del Pio X, figlio del commercialista Vittorio, « mi ha sempre appassionato la cosa pubblica, voglio impegnarmi per il bene della città»
Sul piano politico, Manildo ha insistito sulle persone. «Iniziamo questa partita con al centro le persone», ha detto al primo pit-stop per rifiatare, «Un pomeriggio pieno di emozioni ed entusiasmo, Un'occasione per iniziare questa partita che vedrà protagoniste le persone». E lo ribadisce quando gli chiedono delle “grane” interne alla coalizione (vedi articolo a fianco), rimarcate dall’assenza pesante di Franchin, unico assessore e leader mancante: «Qui si parla di persone, non di etichette e di pregiudizi: ci si mette in gioco per la città, parlando alle persone. Penso che ci stiamo allenando bene, l’obiettivo è arrivare al meglio alle urne. Vedo che tutti stanno già giocando dando il massimo, come lo sarà anche nel secondo tempo che ci attende». L’ottimismo non manca.
In campo Jacopo Lodde, Bernardo Bernardini, Alvise Fontanile, Marco Raccamari, Aristide Leonarduzzi, Claudio Leonarduzzi, Giancarlo Volontè, Stefano Pietrobon, Marco Baccichetto, Enrico Corredino, Enrico Perissinotto, Alberto Privati, Vittorino Benvenuti, Lorenzo Benvenuti, Umberto Bonaventura; nei blu Roberto Grigoletto, Roberto Pizzolato, Sossio Vitale, Paolo Camolei, Silvano Piazza, Nicolò Rocco, Ofelio Michielan, Giovanni Manildo, Paolo Galeano, Franco Rosi, Nicola Sossio, Silvia Bertoncini, Giovanni Tonella, Stefano Mestriner.
Tanto colore, in campo e fuori. Futura e Impegno Civile sono presenti solo a bordo campo. Tonella (Pd) assicura «Durerò poco, non tocco palla da anni» (sarà: presiede il Pd veneto, è capogruppo ai Trecento, segretario cittadino e già candidato alle regionali). Il vice Grigoletto fa il portiere, e para (quasi) tutto; ben spalleggiato da Rosi e Vitale, gladiatori in area nel repsingere le conclusioni. Silvia Bertoncini è l’unica donna a giocare; l’assessore Camolei non si tira indietro, pur con un vistoso tutore; a sostenere Manildo molti sindaci ed ex, da Tonon a Giuriati a Piazza, mentre Galeano scende in campo col suo vice Mestriner.
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