El Greco, diventa un giallo l’opera sotto sequestro

Carraresi, la Finanza preleva il San Francesco per ordine di un giudice francese Brunello: «Non è un falso». Sgarbi: «Garantisco io sulla sua autenticità»

Mostra di El Greco a Ca’ dei Carraresi con giallo: il primo maggio, ossia l’ultimo giorno di apertura dell’evento organizzato da Andrea Brunello, la Guardia di Finanza di Treviso, a seguito di una rogatoria da parte del tribunale di Parigi innescata dalla denuncia di un gallerista - che sospetterebbe l’opera essere un falso - si è presentata a Ca’ dei Carraresi e ha sequestrato una delle opere esposte: il San Francesco, attribuito appunto a El Greco. Un sequestro fatto l’ultimo giorno della mostra che però - al di là della netta presa di posizione di Brunello - a detta di Vittorio Sgarbi sarebbe un atto improprio in seno a una controversia internazionale alquanto complessa che però riguarda un’altra opera, «ma che non mette in discussione l’autenticità del San Francesco», dice Sgarbi, «poiché chi ha comprato quell’opera per poi prestarla a Brunello, l’ha fatto con me, e io dico che non è un falso».

TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE MOSTRA I TINTORETTO RITROVATI
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE MOSTRA I TINTORETTO RITROVATI

Brunello precisa: «Un giudice parigino ha disposto il sequestro, ma per questioni che non riguardano l’autenticità dell’opera, che i massimi esperti dicono essere originale. Sono questioni legate alla Francia, al proprietario dell’opera, un italiano, non all’opera in sé. Opera che Daverio in Art Dossier dice essere autentica, che il curatore dei dipinti di El Greco al Prado dice essere autentica. Opera sulla quale prima della mostra abbiamo comunque fatto una perizia chimica che ne dimostra l’antichità, poi c’è stato il vaglio della commissione scientifica guidata da Lionello Puppi. Insomma, per tutti gli esperti non è un falso. Il sequestro quindi deve essere legato ad altre questioni». E qui interviene Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e polemista: «Conosco benissimo la storia che sta dietro questo sequestro. Un sequestro di El Greco avvenuto in subordine ai dubbi su un’altra opera in possesso della stessa persona, un Cranach. Un gallerista francese un giorno si è svegliato dicendo che quel Cranach è un falso, e un giudice francese gli ha dato retta sequestrandolo al proprietario, collezionista ma anche pittore, che conosco. In quel frangente si è scoperto che il collezionista possedeva anche questo El Greco, che ha acquistato insieme a me, e che in quel momento figurava appunto prestato a Treviso. E quindi, lo hanno sequestrato, di fatto, per stabilire se, attraverso il confronto tra il Cranach e questo El Geco, il Cranach possa risultare falso. Insomma, per una simile verifica è stata ordinato il sequestro anche della seconda opera. Una follia: sono due opere originali, altrimenti il falsario sarebbe un genio». La Venere attribuita al Cranach, per cui è stato disposto il primo sequestro, faceva parte della collezione d’arte del principe del Liechtenstein, una delle più importanti del mondo, sequestro appunto disposto per cercare di comprendere l’autenticità o meno dell’opera. L’El Greco, quindi, servirebbe da pietra di paragone... (a.z.)

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso