Effetto-Berrettini, è boom: Lotto triplica le vendite

Lotto vola grazie all’effetto-Berrettini: vendite triplicate sui prodotti da tennis grazie all’exploit del giovane talento azzurro, capace di arrivare in semifinale allo US Open a 42 anni di distanza dall’ultimo italiano ad esserci riuscito, Corrado Barazzutti.
La “cantera”
Un boom di mercato che per l’azienda di Trevignano corona un lungo “progetto-cantera”: scovare e valorizzare i giovani talenti del tennis e accompagnarli nell’Olimpo. È proprio Matteo Berrettini il simbolo di questa strategia, che ora sta dando frutti da stropicciarsi gli occhi: «Abbiamo triplicato le vendite dirette sui canali e-commerce come immediato effetto-Berrettini dopo New York – spiega Stefano Taboga, direttore marketing e comunicazione di Lotto – e anche sul sell in, ovvero le vendite ai rivenditori, stiamo registrando diversi riordini del prodotto, segno che il mercato tira».

Talent scout
Il tennista romano, 23 anni, è testimonial Lotto dal 2014: era uno juniores sconosciuto al grande pubblico. «Era giovane e forte, ma non il migliore di tutti. Il nostro “talent scout” l’ha visto giocare – racconta Taboga – e abbiamo deciso di puntare su di lui perché lo abbiamo considerato un potenziale campione: forte, gran testa, fisico al top, personalità. E in più è italiano, cosa che valorizza anche l’italianità del nostro prodotto». Non se ne fa una questione di sovranismo, in casa Lotto, anzi: «Abbiamo trecento tennisti professionisti nella nostra squadra, di sessanta nazionalità diverse – spiega il responsabile marketing – e anche in questo caso molti giovanissimi. Sempre a New York, oltre a Berrettini abbiamo esultato per la nostra Maria Camila Osorio Serrano, 17 anni, colombiana, che ha vinto il torneo “junior”».

Strategie
Una “cantera” di talenti da scovare nel mondo e coltivare fin da giovani: è la replica in ambito testimonial di quanto fanno società calcistiche come l’Udinese? «Sì, frutto di un amplissimo lavoro di relazioni con le federazioni, gli allenatori, i manager». E poi si riesce a “blindare” i testimonial oppure quando esplodono arrivano i contratti pesanti dei colossi? L’altra sorpresa di questo US Open, il russo Daniil Medvedev, era griffato Lotto fino a un anno fa, reclutato anche lui da giovanissimo: ora ha il coccodrillo Lacoste sulla maglietta. «Difficile blindare, si lavora su leggi di mercato. Ma noi spesso riusciamo a tenere i nostri atleti perché con loro si crea un rapporto diretto che comprende anche lo sviluppo personalizzato del prodotto», spiega Taboga.

Non solo tennis
Tennis che vola, insomma (in scuderia Lotto ci sono anche Kevin Anderson, Carla Suarez Navarro, Elise Mertens per citare alcuni top), ma anche le sponsorizzazioni sugli altri sport rimangono vive. Con una ricetta simile, per esempio nel calcio: puntare non più sulla primissima fascia (in passato Lotto ha sponsorizzato Juventus e Milan) bensì su chi ha ampio potenziale di crescita, come il Monza (rilevato dalla coppia Berlusconi-Galliani) e il Vicenza (dietro c’è mister Diesel, Renzo Rosso). Aspettando un nuovo campione, e a Trevignano consigliano di segnarsi questo nome: il tennista spagnolo quindicenne Carlos Alcaraz Garfia. —
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