Effetre, mesto epilogo: fallimento

I creditori, banche in primis, bocciano il concordato preventivo
La sede della vetreria Effetre a Resana
La sede della vetreria Effetre a Resana
 
Niente da fare per la Effetre di Resana, storica azienda del vetro di Resana, che dopo aver presentato la richiesta di un sostanzioso concordato preventivo si è vista chiudere ogni spiraglio da parte dei creditori, banche in primis. Verdetto inappellabile: si passa direttamente al fallimento. Mesto epilogo per una storia aziendale «simbolo» del territorio.
 Da mesi la famiglia Ferro, titolare dell'impresa, era intenta a trovare la quadra con le banche, che l'anno passato avevano bocciato il piano di ristrutturazione presentato in proprio dagli amministratori, scagliatisi poi contro le eccessive rigidità del mondo del credito, deciso a rientrare dei prestiti senza prestare più fiducia alle imprese.  I consulenti dell'azienda avevano predisposto un piano di pagamento dei debiti che prevedeva la restituzione del 30% sui 4,5 milioni totali; ai privilegiati doveva essere liquidato il 100% dei 7 milioni da restituire. Tutto il progetto verteva sulla vendita del maxi stabilimento di Resana, valutato proprio 7 milioni (da perizia).  Un progetto dal quale restava fuori la vetreria di Murano, dove lavorano ancora 42 dipendenti, passati sotto il ramo d'azienda affittato da una controllata. A Resana, restano in cassa integrazione i 58 dipendenti ancora in carico all'azienda, che con ogni probabilità chiederà attraverso il curatore fallimentare Danilo Porrazzo la conversione dell'ammortizzatore alla formula prevista per fallimento.  La cassa era stata già sforbiciata a gennaio, rispetto a quanto sperato dai sindacati: 18 mesi di copertura anzichè 24, per effetto della normativa regionale che esclude la cassa in deroga per le imprese destinate a chiudere definitivamente i battenti.  Un boccone amaro per il settore e la zona della Castel lana: l' azienda, negli anni di massimo splendore, arrivò a 160 dipendenti, con fatturati superiori ai 23 milioni e distribuzione ramificata nella grande distribuziuone organizzata, dove i lampadari e i componenti in vetro per l'illuminazione made in Italy primeggiavano sui listini. A erodere quei livelli la concorrenza dall'Est europeo, i cambi sfavorevoli con i mercati di sbocco e il cambio dei gusti dei consumatori. (e.l.t.)

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