Ecco la Treviso del 2025 Ztl nei quartieri, metro e park

Il capoluogo disegnato dal Pat della giunta Manildo che straccia il tram della Lega. Residenze e Hotel alla ex Pagnossin, case nell’area De’ Longhi. Ecco la mappa
Piazza dei Signori a Treviso
Piazza dei Signori a Treviso

TREVISO. Nei piani della giunta Manildo per la città non c’è solo l’idea di trasferire lo stadio Tenni nell’area Treviso Servizi di San Giuseppe. C’è molto di più. Questo almeno è quando messo nero su bianco dal Piano di assetto del territorio, adottato dalla giunta Manildo dopo aver bocciato o rinviato 252 proposte di modifica su 274 (molte non erano pertinenti).

Nel 2025, 3500 abitanti in più. Nonostante il calo delle nascite, la riduzione dei matrimoni, l’emigrazione di tanti cittadini che erano residenti in città, e un saldo nati/morti che continua a dare risultati poco ottimistici, la previsione è di circa 3500 abitanti in più nel territorio del Comune che punta a diventare più “accogliente” anche fuori mura. Come? Replicando quanto la giunta sta tentando di fare già oggi dentro le mura: Zone a Traffico limitato.

«Spostiamo il Tenni alla Treviso Servizi»
GRASSI TREVISO STADIO TENNI AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

Ztl nei quartieri. L’idea è quella di «tutelare le aree delicate della città» si legge nel documento, «e garantire sicurezza estendendo l’attuale Ztl anche a specifiche arterie in alcuni momenti della giornata». Le arterie del caso possono essere via San Pelajo, via Santa Bona, Noalese dove a giunta ipotizza di istituire limitazioni al traffico deviando i mezzi altrove per aggirare le transenne che permetterebbero, ad esempio, a San Pelaio di avere una piazza senza traffico, e così Santa Bona. Per non parlare del centro di San Giuseppe che davanti alla chiesa potrebbe diventare più vivibile (anche se l’amministrazione sta impiegando ancora mesi per mettere in pratica il piano – approvato – di deviare i Tir in Castellana). Fantascienza? Forse, soprattutto fino a quando i livelli di traffico saranno quelli attuali, con 40 mila euro sul Put e poche alternative. Di qui l’idea di rivoluzionare la mobilità.

Niente tram, meglio metro e bus.La prima bozza del Pat fu disegnata da Gobbo e dall’assessore Marton, con gli uffici. E prevedeva di realizzare un Tram sullo stile di Mestre-Venezia. Partenza aeroporto, arrivo viale Europa circumnavigando le mura e fermando in stazione. La nuova giunta ha cestinato il piano che prevedeva 21000 utenti al giorno ma era «troppo impattante». Meglio un bus (percorso in verde nella mappa), più adattabile a percorrere il Put che altrimenti sarebbe stato stravolto anche da un cantiere oneroso. Ma non è stato buttato via tutto. «Utilizziamo la ferrovia e il piano della Metrò di superficie.. che già c’è», hanno detto in comune. Di qui l’idea del trenino a semicerchio lungo la Treviso-Montebelluna e la Treviso-Udine per collegare San Paolo e Monigo con San Giuseppe, Stazione, Ospedale, Fiera, Selvana.

Park scambiatori. Una formula ripetuta più volte e mai messa in pratica. Ma Manildo & Co. ci credono, anche in funzione del Metrò e delle Ztl. Uno dovrebbe ricadere all’ex scalo Motta, uno alla stazione centrale riqualificata (c’è il piano di abbattere il cavalcavia e trasferire lì anche la stazione delle corriere), uno tra Santa Bona e Monigo, uno nell’area Treviso Servizi di San Giuseppe, che accogliendo il nuovo stadio... E poi c’è sempre il vecchissimo piano mai depennato per un park scambiatore al cimitero di San Lazzaro.

Tanto smart, ma anche mattoni. Dove mettere i 3500 abitanti in più? Come riqualificare ambiti dismessi? Ca’Sugana, pur riducendo le quote pensate dalla Lega, punta ancora al mattone. Residenziale sarà la riqualificazione dell’ex caserma Piave, dell’ex consorzio agrario, dell’ex caserma Salsa (a meno che non se la tenga il Demanio), ma anche dell’ex Pagnossin dove la giunta ipotizza però anche una quota per Hotel o ricettivo in genere. Ma nel marasma di carte arriva la conferma del piano della Lega per la riqualificazione dell’area De’ Longhi di Fiera: per il Pat, lì dove c’erano i capannoni incendiati il 18 aprile 2007 e dove sussiste parte dell’azienda di elettrodomestici oltre all’area ex Zorzi può sorgere un bel complesso un po’ commerciale-direzione, un po’ residenziale. Un bel business a due passi dalla città che nessuno ha pensato di fermare o rivisitare in chiave «green». E altre case possono arrivare anche all’ex fornace Gregory di S.Antonino, luogo che racconta una storia artigianale della città, dismesso, e destinato «residenziale».

Sogno o son desto? Il piano approderà in consiglio provinciale a giugno per il via libera definitivo che potrebbe renderlo operativo già da luglio: Ma verrà tradotto in fatti o resterà un libro dei sogni? E con quali soldi? Sono le due domande chiave. Di certo c’è solo che questa è la prospettiva Manildo per la città.

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