Ecco la superstrada Pedemontana: il tracciato nell’occhio delle mappe

MONTEBELLUNA. Eccola. La Pedemontana è reale, concreta. Non ancora percorribile (lo sarà nel 2019, se tutto va come deve) ma è comunque ormai visibile nella sua forma definita. Taglia la zona sud di Montebelluna e Volpago, passa a nord di Trevignano, si infila tra Altivole e Riese e punta verso il Vicentino, dove raggiungerà Montecchio: all’occhio del satellite di Google Maps il serpentone di terra - prima di diventare d’asfalto - è ora sdraiato.
Se ne parla dagli anni Settanta, ci si lavora più o meno concretamente da oltre 27: era il febbraio del 1990 quando la Pedemontana veneta venne inserita nel “Piano regionale dei trasporti” della Regione Veneto. Sono cambiati governi, accordi, progetti, tracciati, ci sono state gare d’appalto e ricorsi. Una storia italianissima, ma ora ci siamo davvero: nel 2010 i primi espropri, l’anno dopo, a novembre, la posa della prima pietra in pompa magna, a Romano d’Ezzelino. I cantieri hanno iniziato a scavare, tracciare, unire. Ora la linea è visibile, pronta a liberare dalla morsa del traffico pesante - questa l’intenzione - il territorio lungo l’asse est-ovest.
Secondo le previsioni della Regione, la superstrada Pedemontana sarà attraversata da 27 mila veicoli giornalieri lungo i suoi di 94,74 chilometri. Di questi, una cinquantina sono in trincea, 26,5 km in rilevato, 7,8 km in gallerie naturali e 5,9 km in gallerie artificiali. Gli ultimi mesi sono stati farciti di polemiche sui costi per la collettività: quelli di realizzazione (le stime sfiorano i tre miliardi di euro, cifra pazzesca), quelli di transito e pure la “tassa sulla Pedemontana” annunciata e poi rimangiata da Zaia sotto forma di addizionale regionale Irpef. Adesso, almeno, si vede la luce. Quel tracciato qui sembra quasi un sorriso, anche se un po’ amaro.
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