È morto Renato Tasca, una vita di paste, torte e arte a Treviso

TREVISO. Per quarant’anni, fino al 2005, è stato il pasticcere di Sant’Antonino, e promotore dell’arte trevigiana, passione folgorante trasmessagli da Bruno Fael. Renato Tasca è spirato lunedì, a 84 anni. Era in casa di riposo, è stato contagiato dal Covid dopo un ictus seguito alla rottura del femore: un calvario cominciato dopo la morte, a maggio, della moglie Antonia Masi, per tutti Daniela, con cui aveva diviso 60 decenni di vita, amore, famiglia e lavoro. Nel 1965 le nozze (all’alba) a Fiera e l’apertura della pasticceria in via S.Antonino 61.
Dopo Netto e Ardizzoni, la città perde un altro grande della pasticceria. Aveva imparato il mestiere dai Bernardi, a Madona Granda, apprendista a 10 anni («Così almeno mangiavo»,diceva). La sua specialità era “La russa”, torta con mandole e pasta di mandorle. una coppia perfetta anche dietro il banco: lei dolce, lui burbero benefico, schietto e ironico, sotto la scorza ruvida, intelligente e caparbio. Moltissimi i vip entrati in pasticceria - da Biagi a Nek - i campioni dello sport, i grandi artisti
Tasca promuoveva mostre e cenacoli. Era amico di Ambrogio e De Luigi, Nesi e Rincicotti, Simon Benetton e Dinetto, Sartoretto, Calabrò. E con Adriano Madaro e Cottoveneto lanciò un premio di arte ed enogastronomia. Con l’azienda dei fratelli Sutor aveva poi creato la via Crucis di Lughignano, che trasferiva su piastrelle in cotto grandi opere d’arte. Nel 1984 al Palaverde, a Panatta e Borg, dopo lo storico match, consegnò due opere di Ambrogio e Simon Benetton. Lascia, oltre alle figlie Sabrina e Barbara, il genero Stefano e gli adorati nipoti Martino, Valentina e Leonardo. L’addio lunedì alle 10.45, alla chiesa Votiva. —
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