È morto Oliva, il fotografo intellettuale

Se n’è andato a 89 anni: una vita per la cultura, fu animatore di mostre sui grandi dell’immagine
Prandi Castelfranco Olava Luigi "Gino"
Prandi Castelfranco Olava Luigi "Gino"

CASTELFRANCO. «Gino Oliva è stato un protagonista di altissima qualità della cultura a Castelfranco dagli anni ’50 agli anni ’90 in particolare nella fotografia e nell’arte». Il ricordo lucido e affettuoso è dello storico Giacinto Cecchetto, già direttore della biblioteca comunale, ideatore di tante iniziative. Molte di quelle iniziative accanto a Gino Oliva che se n’è andato, qualche giorno fa, a 89 anni. Fotografo di professione (per anni gestì un negozio in corso XXIX Aprile che era anche un “cenacolo” culturale), Oliva era un raffinato intellettuale «e come tutte le persone di una cultura raffinata e di grande umanità, era discreto. Era pure un amico: la sua scomparsa rappresenta una perdita per la Castelfranco dell’ultimo decennio come lo è stata la morte di Giorgio Lago e di Giampaolo Bordignon Favero». Forse Gino Oliva era «meno visibile, un uomo con la riservatezza tipica di chi ha una profondità interiore». Operatore culturale, tra gli anni ’80 e ’90 aveva trasformato Castelfranco in un punto di riferimento nazionale della fotografia con le personali su Fulvio Roiter e sul fotogiornalismo di Gianni Berengo Gardin e di Giorgio Lotti, autori di cui aveva curato i cataloghi. Sempre in quegli anni «con il club Fotoimmagine aveva radunato i sette grandi fotografi della seconda metà del ’900» rammenta l’architetto Danila Dal Pos che aveva curato i vari allestimenti, «Iniziò nel ’54 con una mostra su Paolo Monti introducendo la fotografia, fino ad allora uno specialismo della cultura, al grande pubblico. Ma in realtà fu un protagonista a 360° occupandosi di teatro con il gruppo Lo Specchio e scrivendo: resta ancora oggi un bellissimo pezzo da leggere la sua intervista a Giusto Pio».

Cristina Genesin

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