È morto il magistrato Nicola Maria Pace

È morto a Filiano (Potenza), dove era nato nel 1944, il magistrato Nicola Maria Pace, procuratore onorario alla Corte di Cassazione e già procuratore della Repubblica nei Tribunali di Brescia e Trieste, procuratore distrettuale antimafia sempre a Trieste ruolo nel quale seguì l’inchiesta su Unabomber e capo per lungo tempo della Pretura alla Procura circondariale di Matera. Ha lavorato a Treviso dal 1982 al 1989.
Il magistrato, deceduto dopo una lunga malattia, si è spento tra l’affetto dei suoi cari. Pace fu anche membro della Commissione Ecomafie nel Ministero dell’Ambiente, su incarico del Consiglio Superiore della Magistratura formatore nei corsi per i magistrati inquirenti italiani e stranieri, nell’Istituto Superiore di Polizia di Roma e autore di numerosi saggi.
È ricordato per essersi distinto, sopratutto, durante la permanenza alla guida della Procura di Matera, nelle indagini su traffici di rifiuti nucleari e a tutela dell’ambiente.
Un ricordo particolare è venuto, in una nota congiunta, dai dirigenti sindacali del Corpo Forestale di Matera, Giuseppe Golisciano (Sapaf), Michele Cosola (Cgil) e Giambattista Colucci (Ugl), che ne hanno apprezzato negli anni qualità umane e professionali.
A Treviso Nicola Maria Pace ha lavorato dal 1982 al 1989 come giudice istruttore penale, occupandosi tra le altre cose di eversione, terrorismo e sequestri di persona. Tra i casi che ha affrontato anche quello di Roberto Succo, il giovane mestrino che uccise i suoi genitori e poi fuggì dall’ospedale psichiatrico giudiziario, dando vita a una lunga striscia di omicidi (altri cinque) tra Italia e Francia. Tornato in Italia, il 28 febbraio 1988 venne catturato nelle campagne di Santa Lucia di Piave. Tentò nuovamente di evadere dal carcere di Santa Bona, con una rocambolesca scalata fino al tetto.
Dopo l’esperienza a Treviso, Nicola Maria Pace ha assunto le funzioni direttive di procuratore della Repubblica di Matera, poi dal 1997 a Trieste. In quegli anni ha guidato il gruppo investigativo sulle tracce del bombarolo che ha terrorizzato il Nordest, “Unabomber”. Un incubo durato anni, e che a Treviso è tornato a fine gennaio del 2005 quando un ovetto esplose a pochi passi dal tribunale, preso a calci da un ragazzino di seconda media. «Anche l’ultimo episodio di Treviso è riconducibile a Unabomber», aveva detto Pace, «Gli accertamenti del Ris dei carabinieri sull’ultimo attentato di Unabomber a Treviso hanno aggiunto qualcosa al nostro patrimonio di conoscenze: dati tecnici, dati investigativi di tipo comune».
Nel curriculum di Nicola Maria Pace c’è anche la partecipazione, su incarico da parte del ministero della Giustizia, di concerto con gli Esteri, al programma dell’Unione Europea per l’allineamento della Slovenia agli standard Ue in materia di contrasto alla criminalità. (f.p.)
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