È morto Aldo Ferracin pioniere della catena di abbigliamento

REFRONTOLO. «Mi raccomando, fate i bravi. Andate d’accordo». Si è spento in piena lucidità Aldo Ferracin, 80 anni il prossimo 6 giugno, protagonista dello sviluppo della nota azienda di abbigliamento. In ospedale, al suo capezzale, la moglie Onelia Mariotto, i figli Debora e Moreno; Flavio lavora da 20 anni in Cina, a Shangai.
Aldo è deceduto in seguito ad una improvvisa emorragia, che l’ha colpito una settimana fa mentre era a tavola; soffriva comunque di problematiche cardiache. Lunedì 29 il rosario, alle 19.30, nella chiesa di Solighetto, dove martedì si celebreranno alle 15.30 i funerali.
I Ferracin sono una famiglia patriarcale e la loro attività è iniziata ancora nel 1952 quando Aldo, all’età di 11 anni, veniva portato dal nonno Giovanni per tutti i mercati della provincia. «Sette giorni su 7 – racconta Moreno Ferracin - però mio padre non ha perso una messa. Uomo di fede, trovava proprio qui la sua forza, anche per alimentare la sua straordinaria capacità commerciale. D’altra parte era amicissimo di don Nilo Tonon, parroco di Santa Maria di Feletto».
Passo passo, Giovanni e il figlio Aldo riuscirono a gettare le basi per la apertura di un negozio, trasferendosi così da Vidor, dove avevano la prima sede, a Solighetto. Tredici anni di attività bastarono per il grande salto: i Ferracin aprirono nel 1973 il negozio di Refrontolo, che negli anni assumerà la forma dell'attuale grande magazzino, mentre l'attività dei Ferracin si è espansa, tanto da aprire vari punti vendita, tra cui quelli di Treviso e Feltre.
In questa attività si sono associati anche i fratelli Pietro e Bruno, che più recentemente hanno rilevato l’impresa insieme ai loro figli. Aldo lascia anche le sorelle Giustina e Bruna. Di Aldo la moglie Onelia continua a ripetere: «Ha vissuto tre vite in una».
«Il lavoro e la festa erano i suoi unici interessi», precisa. Il lavoro nel quale il marito sapeva coinvolgere anche i numerosi amici, per poi insieme festeggiare, in cucina. L’investimento a Refrontolo, in un sito che negli Anni ’70 non accoglieva nessuna attività, anzi sembrava destinato al definitivo abbandono, i Ferracin hanno saputo ricavare un gioiello, e accanto le loro residenze.
«Da nostro padre – raccontano i figli – abbiamo ricevuto il dono di una morte serena, nella piena consapevolezza di Aldo di transitare all’altra vita, per cui ci ha lasciato dei messaggi molto forti, in sostanza l’invito a volerci bene e ad amare gli altri. Come lui ha sempre dimostrato di saper fare sia quando era ambulante nei mercati che dietro il bancone in negozio». —
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