E la Indesit chiede cassa per gli esodati

REFRONTOLO. È quasi scaduto il tempo per gli ex operai Indesit. A marzo termineranno i due anni di cassa integrazione straordinaria. La cigs non si può rinnovare. Gli operai rimasti, una ventina, non sono stati ricollocati. I sindacati chiedevano che nessuno venisse licenziato. E allora l’azienda gioca l’ultima carta: Indesit ha chiesto di poter utilizzare una tornata di cassa integrazione in deroga. Provvedimento che al massimo può durare sei mesi. Poi, si vedrà. La richiesta di Indesit è al vaglio del Ministero del Lavoro, e sarà ufficializzata agli ex dipendenti dello stabilimento di Refrontolo nel corso di un’assemblea in programma tra due settimane. Moderata soddisfazione tra gli operai: a quanto pare, non ci sono altre via d’uscita, e la ricollocazione, di questi tempi, è un miraggio. Eppure c’è qualcosa che fa storcere il naso ai dipendenti. Indesit, infatti, sta assumendo. Non a Refrontolo, dove la produzione è dismessa da un paio d’anni. Ma per altre sedi, come quella di Fabriano, è alla ricerca di giovani brillanti da inserire nell’organico. I requisiti parlano di età inferiore ai 27 anni, laurea con votazione di almeno cento su 110, ottima conoscenza della lingua inglese. Corsia preferenziale per i giovani laureati in materie come economia e commercio, marketing, ingegneria gestionale. Piccoli talenti, insomma. E dei vecchi lavoratori? «Quello che facevamo noi non interessa più a nessuno» commenta amaro Umberto Andreetta, cassintegrato dopo 36 anni di onorato servizio. «Quegli annunci girano da un po’, li ho visti anch’io. Non ho nessuno di quei requisiti, ma tanta esperienza, e ho pure mandato il mio curriculum. Chissà che si ricordino di me». Andrea De Polo
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