È fallita la Prevedello: 40 senza lavoro

Ponte di Piave. Inutili tutti i tentativi di salvataggio della storica impresa edile condannata dagli appalti pubblici non saldati
Di Claudia Stefani

PONTE DI PIAVE. È ufficialmente fallita la storica impresa edile “Prevedello Isidoro srl” che aveva tentato il salvataggio seguendo la strada del concordato preventivo con la nuova società “Costruire srl”, mentre una newco ha rilevato un ramo d’azienda rioccupando 7/8 lavoratori. Una quarantina i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. La sezione fallimentare del tribunale di Treviso ha dichiarato nei giorni scorsi il fallimento della “Costruzioni srl in liquidazione”, già impresa “Prevedello Isidoro srl”, nominando giudice delegato Gianluigi Zulian, curatore fallimentare il commercialista Lorenzo Boer con studio a Treviso e dando appuntamento ai creditori per l’esame dello stato passivo davanti al giudice delegato il prossimo 3 febbraio. Oltre sessant’anni di storia alle spalle, la Prevedello contava fino al 2010 oltre un centinaio di dipendenti, tra contratti a tempo indeterminato e determinato. Negli ultimi anni a causa della crisi le maestranze si sono progressivamente ridotte: nel 2011, quando l’azienda è ricorsa alla prima cassa integrazione guadagni, i lavoratori erano 68. L’impresa, che lavorava soprattutto con appalti pubblici, vanta numerosi crediti non riscossi, alcuni accertati con sentenza, ma enti e partecipate pubbliche non pagano. La proprietà ha fatto di tutto per salvare l’azienda di famiglia, ricorrendo anche ad un aumento di capitale nel 2012 per coprire le perdite dell’anno precedente. Nessuno sforzo è stato sufficiente a invertire la rotta: il tribunale ha dichiarato inammissibile la proposta di concordato preventivo aprendo le porte al fallimento dell’impresa. I lavoratori avanzano numerose mensilità, oltre alle varie spettanze. «Alcuni lavoratori», spiega Gianluca Quatrale, segretario provinciale Feneal-Uil, «sono già riusciti a recuperare i loro crediti rivalendosi direttamente sui committenti. Altri invece, dopo il periodo di immobilismo dato dall’esame della procedura di concordato, potranno ora insinuarsi nello stato passivo del fallimento. In caso di incapienza, potranno fare richiesta al fondo di garanzia per recuperare le ultime tre mensilità non pagate e il tfr». Per il territorio si tratta dell’ennesimo pezzo pregiato del settore edile locale che se ne va. «La proprietà dell’impresa Prevedello le ha provate tutte per salvare l’attività», sottolinea Quatrale, «purtroppo è il sistema che strozza le aziende. Finisce che si trovano sole, con le banche che chiudono i rubinetti e crediti insoluti da enti pubblici e privati. Così inizia l’escalation perversa che porta a non pagare i lavoratori fino all’ultima possibilità del concordato preventivo. Alla fine resta un altro pezzo di storia del territorio che se ne va, un’impresa che ha realizzato nella sua lunga storia grandi opere e importanti lavori di bonifica».

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