Due tentate rapine e un’evasione: se la cava con 7 mesi e 10 giorni

Sul lastrico dopo la pandemia l’ex agente di commercio Paolo Menoncello.

Fallì due assalti: uno alle Poste di Paese e l’altro a una banca di Quinto

Marco Filippi
Paolo Menoncello, ex agente di commercio
Paolo Menoncello, ex agente di commercio

TREVISO. Prima aveva tentato una rapina alle Poste e poi una in banca. Tentativi miseramente falliti nel marzo del 2021 ma in entrambi i casi fu graziato evitando il carcere. Dopo aver tentato, infatti, invano l’assalto alle Poste di Paese, aveva rimediato una denuncia a piede libero. Per questo motivo pochi giorni dopo tentò un secondo colpo, stavolta in banca a Quinto ma anche da lì ne uscì a mani vuote.

Le gesta di Paolo Menoncello, sessantenne, ex agente di commercio finito sul lastrico a causa del Covid, non finirono. Perché, messo agli arresti domiciliari, pensò bene di infrangere la misura cautelare uscendo di casa per andare a fare la spesa per la madre. Beccato un’altra volta dai carabinieri, per Menoncello si aprirono le porte del carcere di Santa Bona dove vi rimase per qualche giorno. Giovedì mattina, in tribunale, l’ex agente di commercio (difeso dall’avvocato Federico Vianelli) ha saldato l’ultimo conto in sospeso con la giustizia. Dopo aver già patteggiato 6 mesi e 20 giorni per le due tentate rapine, giovedì ha chiuso patteggiando in continuazione altri 20 giorni per l’evasione dagli arresti domiciliari. Sette mesi e 10 giorni complessivi per due tentate rapine e un’evasione.

Menoncello era passato alla ribalta della cronaca l’anno scorso quando nell’arco di quattro giorni fallì un doppio tentativo di rapina, prima alle Poste di Paese e poi alla filiale della Volksbank di Quinto di Treviso. «Fino a poco tempo fa» aveva detto Menoncello in un’intervista alla Tribuna «per uscire di casa indossavo giacca e cravatta, l’altro giorno mi sono ritrovato a provare un passamontagna. Guardavo l’uomo riflesso sullo specchio e mi chiedevo chi fosse. Ora per la legge sono un rapinatore, in realtà sono soltanto una persona disperata».

Prima della pandemia Menoncello guadagnava più di duemila euro al mese, nel 2020 aveva dimezzato i guadagni. «Con la partita Iva» aveva detto «è dura resistere. La gente non ha più soldi e non si fida più di nessuno. Con il porta a porta è dura. Niente contratti, niente soldi».

La procura dopo l’assalto fallito alle Poste di Paese, per il suo status di incensurato, l’aveva “graziato” lasciandolo a piede libero. Ma dopo il secondo tentativo di rapina ed un’evasione da casa si aprirono le porte del carcere di Santa Bona. « Vorrei chiedere scusa a tutti, ai dipendenti delle Poste e della banca. Vorrei dire loro che non sono un rapinatore, sono soltanto una persona disperata che non vede più l’orizzonte», aveva concluso l’intervista. Ora, per lui, i conti con la giustizia sono chiusi, tra l’altro spuntando una pena minima per i tre reati commessi.

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