Dorme da sola alle Poste: «Una scelta mia»

Polemiche sui social: «Lasciata sola». Il Comune: la seguiamo da tempo ma non possiamo costringerla

Dorme sotto il portico delle poste, in piazza Della Vittoria. Sola. Al freddo. Ha 62 anni, è trevigiana, si chiama Brigida.

Abbandonata da tutti? Scaricata dai servizi sociali? In questi giorni, la sua foto pubblicata da un utente in Facebook ha scatenato un putiferio: commenti, reazioni indignate, accuse al Comune, becere divagazioni che si tingono di razzismo: «Diamo soldi ai profughi, e lei che è trevigiana rimane lì?». La storia di Brigida, in realtà, è molto particolare. Ha scelto lei di vivere così. Per un lungo periodo la sua “casa” è stata l’atrio dell’ospedale Ca’ Foncello. Ora ha scelto le poste. La sua vicenda è ben nota al Comune e ai servizi sociali. Ma le sue condizioni, sia fisiche sia psicologiche, non sono tali da imporre trattamenti coatti. «Ha scelto di vivere così, e noi dobbiamo prendere atto della sua decisione», dice l’assessore al sociale del Comune di Treviso, Liana Manfio, «nessuno può obbligarla a trasferirsi in una struttura, o in una camera d’albergo. Glielo abbiamo proposto, avevamo trovato una soluzione con l’Israa: ha detto di no».

Nessun abbandono, dunque: il Comune sa che Brigida Savio, 62 anni, da qualche settimana dorme lì. «Sono andata personalmente da lei mercoledì sera, assieme alla coordinatrice dei servizi sociali», ribadisce l’assessore Manfio, «e ci siamo accertate che è in buone condizioni. In città ha anche dei parenti, che sanno della sua scelta. Ripeto: non possiamo obbligarla a cambiare idea».

L’utente che ha messo su Facebook la foto che riportiamo qui accanto, Francesco Fella, ha chiamato il Suem 118 dopo aver trovato lì la donna: il personale medico, però, non l’ha né ricoverata né curata sul posto, non c’era alcun motivo. Se le temperature dovessero scendere, per Brigida potrebbe essere rischioso continuare a passare le notti all’addiaccio. «Speriamo che cambi idea e che accetti un alloggio», dice l’assessore Manfio, «in passato è successo un caso analogo in viale Battisti, c’era una donna che per mesi ha dormito su una panchina. Eravamo subissati di segnalazioni e di critiche. Anche in quel caso, però, la donna era lì per una sua scelta. Le abbiamo proposto un alloggio, e per mesi ha rifiutato. L’inverno scorso, finalmente, ha accettato: ora è ospite di un appartamento di proprietà del Comune».

La speranza, sottintesa, è che Brigida faccia lo stesso. Di giorno la donna gira per la città, soprattutto ai giardini. Porta con sè un trolley, i suoi effetti personali. Alle spalle ha una vita che le è sfuggita di mano, rapporti tesi con la famiglia. Alla fine questa scelta: drammatica, ma libera, sua.

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