Dopo le scuse l’ordine di pagare

Odissea senza fine per la ristoratrice ai ferri corti con Vodafone

NERVESA. Al posto della nota di accredito di Vodafone le arriva una lettera della società di recupero crediti. Questo quant'è successonei giorni scorsi a Serena Piccolo, titolare dell'“Antica Hosteria la doppietta” che il 25 gennaio aveva protestato per l'arrivo di bollette con importi di 1.200 euro non dovuti. Una settimana dopo la società, dopo essersi scusata con la cliente, dichiarava che la somma indebitamente fatturata era già stata accreditata a Piccolo a cui sarebbe arrivata a breve una nota di accredito. «Il 5 febbraio mi è giunta invece la richiesta di pagare 800 euro, che non capisco come siano stati calcolati, alla Parr Credit la società di recupero crediti di Vodafone», informa la barista. La lettera di Parr Credit intima il pagamento della somma entro dieci giorni dal ricevimento, pena l'avvio di procedure legali con conseguente aggravio di spesa nei confronti della Piccolo. La Parr, contattata, ha poi ammesso che la lettera era un errore. La barista e la sua famiglia, il cui locale non ha telefono fisso, avevano stipulato un contratto che per un canone bimensile di 255 euro prevedeva tre Sim con 200 minuti di conversazione e sms illimitati. Sono stati errori successivi nella registrazione del contratto a creare il problema delle bollette pazze. Ad agosto la bolletta era più alta del dovuto perché alla sede centrale non risultavano gli sms gratuiti. L'azienda come risarcimento ha abbonato la tassa governativa ai clienti, ma alla quietanza aggiuntiva gli sms non erano ancora compresi nonostante il contratto.

Gino Zangrando

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