Dopo l’allocco in Cansiglio il gufo reale

FREGONA. Il Cansiglio, almeno in questi giorni, è una continua scoperta. Dopo l’allocco degli Urali, ecco il gufo reale, il rapace notturno più grande d’Europa. Ma non meno sorpresa desta un...
FREGONA. Il Cansiglio, almeno in questi giorni, è una continua scoperta. Dopo l’allocco degli Urali, ecco il gufo reale, il rapace notturno più grande d’Europa. Ma non meno sorpresa desta un volatile assolutamente più piccolo, il migliarino di palude (Emberiza Schoeniclus), che in questi giorni è finito nelle reti dei volontari che provvedono al censimento e all’inanellamento degli uccelli. Sul monte Pizzoc è arrivata la neve e i volontari si sono presi un momento di pausa. Il gufo reale, invece, è stato intercettato in Cansiglio, precisamente di notte da un giornalista naturalista, che si trovava ai margini della foresta per ascoltare i bramiti dei cervi, un’espressione naturale che richiama ogni anno moltissima gente proprio in Cansiglio. «Mi sono trovato vicino a questo uccello, lungo più di mezzo metro. Era bellissimo», ha raccontato il cronista al presidente della Regione, Luca Zaia, incontrato in occasione del voto referendario. «Mi fa piacere che dopo l’allocco degli Urali, arrivi anche il gufo reale, a significare», ha sottolineato Zaia, «l’importanza naturalistica di questa foresta, che è la meglio gestita d’Italia». Il gufo reale (Bubo bubo) raggiunge una lunghezza di 70 centimetri ed un’apertura alare di 190 centimetri. Ha orecchie molto vistose e grandi occhi giallo-oro racchiusi in un disco facciale incompleto; il piumaggio è fulvo, più scuro sul dorso, macchiettato e striato di bruno. Una caratteristica tipica di questo volatile sono i due ciuffi di penne erettili sopra gli orecchi. La sua presenza sull’altopiano del Cansiglio non è straordinaria; nel passato sono stati intercettati altri esemplari di questo rapace. Nei giorni scorsi, peraltro, oltre all’allocco degli Urali è stato catturato e poi liberato anche un picchio nero, pure questa una presenza tutt’altro che consueta nell’antico “bosco da reme”. Continuano intanto ad arrivare da tutta Italia gli appassionati del bramito dei cervi, gli ungulati che stanno ultimando la stagione dei loro amori. La Val Menera, da cui si accede da Pian Osteria e che è dominata da un agriturismo con annesso allevamento, si carica ogni sera di almeno 300 cervi; tanti, infatti, sono stati censiti dagli esperti.
(fdm)


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