Dopo la tragedia del piper l’Aeroclub torna a volare

TREVISO. Negli occhi di tutti c’é un’ombra impossibile da cancellare, l’incidente che il 6 settembre scorso ha causato la morte del presidente e vicepresidente dell’Aeroclub Treviso, del suo ragioniere, e di altre tre persone durante il viaggio che doveva suggellare l’alleanza tra Treviso e Pristina. Ma in quegli stessi sguardi, ieri mattina, c’era la voglia di non fermarsi e proseguire la rotta segnata dalla società e dai suoi vertici prima del disastro, con nuovi nomi, ma spirito ancora più forte.
Ieri mattina il consiglio deisoci dell’Aeroclub Treviso riunito per la seconda volta dopo il dramma ha serrato le fila e nominato il nuovo presidente, e il nuovo consigliere con funzione di referente amministrativo in sostituzione di Francesco Montagner e Dario Bastasin, morti nello schianto del pipier. A guidare la società sarà Maurizio Patuelli, socio dell’Aeroclub dal 1993 e fino ad oggi consigliere. Ad affiancarlo, con funzioni di vicepresidente Mauro Zanotti, anche lui già consigliere con delega all’attività scolastica. «Sono nomine sofferte, non volute» dice Patuelli, «dettate dalla necessità di dare continuità al lavoro fatto fino ad oggi, non certo da meriti personali. Sostituire Montagner» segue Patuelli, «è una responsabilità che mai avrei voluto assumere in condizioni simili, ma adesso è il momento di lavorare».
In via Noalese, ai margini della pista di atterraggio e decollo del San Giuseppe, si è pianto molto e si piangerà ancora, ma c’è la voglia di non interrompere un’attività che è cresciuta negli anni grazie allo sforzo di Montagner e di tutti gli amanti del volo che nel tempo si sono uniti alla società.
«Volare, dopo quanto successo, non è facile, ma nessuno ha mai manifestato l’intenzione di mollare» spiega Patuelli, «soprattutto ben sapendo che quanto accaduto è stato un incidente, tragico ma imprevedibile, in cui l’unica responsabilità, se c’è, va cercata nel destino». All’Aeroclub ne sono convinti: nessun guasto, nessuna imperizia. A causare il disastroso incidente in cui hanno perso la vita Montagner, Bastasin, Luca Dalle Mulle, Angelo Callegari, Ilaria Berti e Visar Degaj è stata una tempesta improvvisa, «tanto che non ci risulta ci siano state comunicazioni di emergenza tra Montagner (che era alla guida, ndr) e la torre di controllo di zona prima dello schianto» confessa il neo presidente, «e che nessuno di loro, tanto meno il presidente, avrebbe rischiato di volare sapendo di incontrare maltempo».
Certosino il lavoro che viene quotidianamente fatto su tutti i velivoli della flotta, attentissime le verifiche tecniche e scrupolosi i controlli di routine. «Qui non si vola se non è tutto certificato e perfetto». E anche per questo c’è voglia di ripartire il prima possibile per “far volare” l’Aeroclub che proprio al lavoro fatto fino ad oggi era stato preso come punto di riferimento da Pristina per l’apertura di una scuola di volo in Kosovo. I voli dei soci non si sono mai fermati, ma per veder proseguire l’attività della scuola servirà attendere ora il via libera di Enac (l’ente per il controllo dell’aviazione civile) alle nomine fatte ieri. Questione di alcuni giorni, forse più. «Ripartire puntando in alto e lavorando sodo è quanto dobbiamo alle vittime di questo incidente, e al nome dell’Aeroclub» dice Patuelli.
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