Dopo 40 anni in prima linea Bonacina saluta i suoi assistiti

preganziol
Quarant’anni di onorato servizio, una medaglia d’oro tra gli over 50 ai campionati di acquathlon, sette figli, sette nipoti e, per non farsi mancare niente, anche un ironman: se questi sono i numeri che raccontano in poche righe la storia del dottor Fernando Bonacina, molto di più possono fare le parole, i ricordi, i sentimenti.
Ed è proprio con un profondo sentimento di riconoscenza e gratitudine che i figli del medico preganziolese, ormai prossimo alla pensione (dal 28 febbraio), hanno deciso di fargli una piccola sorpresa: un articolo di giornale, non esaustivo ma certamente di testimonianza.
Cosa significa essere medici di base per 40 anni? Significa essere un punto di riferimento all’interno della comunità: «ed è proprio con questo spirito che nostro padre ha lavorato in questi anni» racconta la figlia Marianna. Originario di Treviso, viale Monfenera, il dottor Fernando Bonacina, ha frequentato il Riccati e poi si è iscritto alla facoltà di medicina all’Università di Padova.
«I suoi genitori erano rispettivamente maestra elementare e gestore di uno stand ortofrutticolo» sono le parole della figlia «lui ha preso servizio a San Trovaso il 1 gennaio 1981 ed è diventato in poco tempo il medico di tutti».
Sposato con Sandra, insegnante di pianoforte, nel 1975, Bonacina ha scelto di trasferirsi nella frazione di Preganziol appena è iniziata la sua avventura professionale. «È una persona speciale, molto determinata, uno sportivo che non si ferma davanti a niente e che ha saputo coniugare la passione per il suo lavoro, con lo sport e l’amore per la sua famiglia».
A raccontare la storia del dottore di San Trovaso è la figlia Marianna, classe 1976, istruttrice di Tennis, primogenita, ma nei suoi pensieri rivive anche il sentimento degli altri sei fratelli: Matteo, classe ‘77, che gestisce un bar a Treviso, Marco, classe ‘80, maestro di pianoforte, Martina, classe ‘82, maestra d’asilo a Ponzano, Massimo, classe ‘84, istruttore di Tennis, Maurizio, classe ‘87, infermiere al Ca’ Foncello, e Mauro, classe ‘91, dipendente di Iperceramiche.
«Ci ha stupido di lui, il coraggio» raccontano «con cui ha scelto di stare in prima linea durante il Covid, malgrado abbia ormai 70 anni e si possa considerare a rischio, per noi è un esempio». E mentre i suoi pazienti già lo rimpiangono, Bonacina ha sempre per loro una buona parola: «State tranquilli ci vedremo in giro per un caffè».—
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